Cronaca

Peste suina africana: rafforzate
le contromisure sul Cremonese

Il virus della peste suina africana si combatte anche entro i confini cremonesi. L’allarme sulla sua diffusione, lanciato a più riprese da Regione ed enti locali, viene ribadito alle province di Lodi, Mantova e Cremona da una direttiva Lombarda protocollata il 12 marzo. Nel dispositivo sono riportate le indicazioni sulle modalità di intervento di controllo della popolazione di cinghiali presente nei tre territori.

Le Polizie provinciali sono tenute ad operare tramite mezzi e tecniche che garantiscano la maggior efficacia ed incisività possibile nel depopolamento selettivo della specie, e al contempo, che determinino una limitata movimentazione dei cinghiali, al fine di evitarne la dispersione: riporta la direttiva.

Un aspetto risulta di prioritaria importanza per evitare che la malattia, attraversando il corridoio ecologico del Po, raggiunga le zone di pianura a più alta intensità suinicola, per le gravissime ripercussioni economiche che la diffusione della PSA potrebbe avere sull’intera filiera.

Gli agenti coinvolti nella ricerca notturna di ungulati potranno quindi utilizzare anche veicoli, con misure sempre più incisive per la realizzazione dei piani di controllo e degli abbattimenti selettivi diurni e notturni.

La comunicazione, redatta dalla Direzione Generale Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, politiche ittiche, faunistico venatorie, di Regione Lombardia, è indirizzata alle polizie provinciali di Lodi, Cremona e Mantova, e fa seguito all’innalzamento del livello di guardia del piano di sorveglianza ed eradizione per la Psa diffusa dal Ministero della Salute, arrivato alla nomina di tre sub-commissari per rafforzare il sistema di biosicurezza negli allevamenti suinicoli.

Simone Arrighi

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