Ambiente

Cittadini in rivolta contro l'antenna
Rabbia e timori in via Flaminia

Si sentono colpiti nei loro diritti di cittadini i residenti di via Flaminia e delle vie circostanti, che dovranno convivere con la mega antenna della Iliad installata lunedì scorso in un batter d’occhio. E’ alta una cinquantina di metri, sovrasta di gran lunga il condominio più alto che sorge lì di fianco e campeggia nel cortile dell’ex Euro Polo Grafico, un coacervo di verde incolto, edifici cadenti e cancellata divelta e arrugginita.

Questo pomeriggio un gruppo di residenti si è dato appuntamento davanti all’area per manifestare disagio, preoccupazione e, nella voce di alcuni dei presenti, forte rabbia per il senso di impotenza di fronte a questa installazione su cui nessuna autorità pubblica ha potuto fare obiezioni e soprattutto arrivata senza una minima preventiva informazione.

A spiegare l’iter amministrativo è stato l’assessore Luca Zanacchi: prima del Covid  era arrivata in Comune la richiesta della ditta di telefonia per un’installazione su suolo pubblico, la Giunta aveva espresso diniego nonostante la cifra offerta fosse molto interessante, come sempre in questi casi. Poi il silenzio  per diversi anni fino a quando è arrivata all’ente la comunicazione dell’installazione, che non prevede alcun tipo di autorizzazione da parte del Comune.

La  normativa nazionale supera quella locale – la sintesi della spiegazione di  Zanacchi –  l’antenna è classificata come opera di pubblica utilità; il Comune può chiedere delle mitigazioni,  gli uffici l’hanno fatto ma ogni modifica è stata rifiutata. Al Maristella, poco tempo fa, quando era arrivata comunicazione di un analogo impianto, il Comune è riuscito, grazie anche alla mobilitazione del Comitato di quartiere, a far spostare di 50 metri l’antenna, ma solo perchè “la richiesta iniziale era sbagliata”.

Nel caso di via Flaminia, il quartiere esiste solo sulla carta (Novati – Flaminia) non essendosi mai costituito; a supportare i residenti è stato quindi quello confinante del Cascinetto – Villetta, presieduto da Francesca Romagnoli. “La ringrazio molto per l’interessamento”, afferma Antonella Li Causi, una delle prime cittadine a mobilitare i residenti, insieme a Matteo Rainieri e a stendere il testo della petizione per chiedere la rimozione dell’antenna: sulla piattaforma change.org ha già superato le 250 firme in 24 ore. La petizione verrà fatta anche in forma cartacea, esposta probabilmente al Cascinetto.

Le spiegazioni fornite da Zanacchi non hanno soddisfatto i residenti, con alcuni interventi piuttosto pesanti da parte di un paio di loro, molto irritati soprattutto per quanto riguarda deprezzamento del valore delle case; il raffronto di questa infrastruttura così impattante sul paesaggio eppure autorizzata, con le tante regole a cui invece i comuni cittadini devono sottostare  anche solo per piccole modifiche edilizie; e non ultimo il tema della salute per gli effetti dei campi elettromagnetici.

“A noi non interessa il 5G, perchè dovremmo accettare questo obbrobio?”, una delle  tante domande rimaste senza risposta. “Siamo vicini a tre scuole, possibile che non ci siano regole?”,  un’altra domanda ricorrente: la risposta però è che la norma non prevede distanze minime dalle scuole, prevede solo che non possano essere installate sopra i loro tetti. E l’Arpa – ha spiegato Zanacchi – non ha potuto che dare parere positivo all’impianto.

Nemmeno la presenza della chiesa di san Sigismondo ha potuto impedire l’installazione: il vincolo paesaggistico arriva solo fino all’area verde di via Diritta, di fianco alla scuola della Villetta e l’antenna non rientra nel cono visivo del monumento.

Presenti all’incontro anche i rappresentanti del circolo VedoVerde di Legambiente, Pierluigi Rizzi e Giovanna Perrotta: “E’ vero, davanti a un’installazione di questo tipo ci si sente impotenti. Legambiente nazionale si oppose alla legge approvata lo scorso novembre, (decreto legge Taxi e Voli, ndr) che ha portato  i limiti elettromagnetici da 6 a 15 Volt /metro, tra l’altro senza alcun riferimento scientifico. Adesso siamo in una situazione che ci avvicina di più agli altri Paesi, ma il principio di precauzione è venuto meno. Questo significa che abbiamo ancora meno armi di prima per tutelare la nostra salute” afferma Perrotta rimandando alle dichiarazioni di Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, sui dubbi che parte della comunità scientifica ancora avanza circa effetti avversi non termici correlati all’esposizione ai campi elettromagnetici artificiali.

“Chiediamo  alle singole amministrazioni – conclude Perrotta – di dotarsi di un piano delle antenne dove almeno vengono individuate delle zone il più lontano possibile da scuole, ospedali e altri luoghi sensibili,  in modo che siano meno impattanti possibile prima di tutto per la salute e poi per l’ambiente e per il paesaggio”.

Ad ascoltare le proteste dei residenti e le risposte dell’amministrazione, anche il segretario cittadino di FDI Stefano Foggetti: “Apprezzo il fatto che l’assessore Zanacchi si confronti, ma un’amministrazione comunale non poteva non sapere che nel momento in cui un gestore della telefonia viene a chiedere la disponibilità di uno spazio pubblico, rispondergli di no per ‘farsi bello’, avrebbe implicato che il soggetto vada a cercare un terreno privato per poi fare quello che vuole perchè la legge glielo consente. Un Comune lungimirante avrebbe dovuto sedersi al tavolo con il gestore e confrontarsi con esso sull’utilizzo di uno spazio pubblico, in modo da avere il coltello dalla parte del manico e poter gestire la situazione in un modo meno impattante per i residenti.

Giuliana Biagi

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