Cronaca

Patrick Zaki a Ponchielli:
"La speranza mi ha tenuto vivo"

FOTOGALLERY FRANCESCO SESSA

Tappa cremonese per Patrick Zaki, attivista egiziano per i diritti umani, ricercatore dell’università di Bologna protagonista di una trafila giudiziaria che ha tenuto banco per 3 anni, dal 2020, data del suo arresto mentre si trovava in Egitto, fino alla scarcerazione avvenuta a luglio 2023.

Per la rassegna Ponchielli Talk, Zaki ha presentato ieri sera il suo libro autobiografico, “Sogni e Illusioni di libertà” edito da La Nave di Teseo, in una conversazione sul palco con la giornalista del Corriere della Sera Marta Serafini.

Zaki ha raccontato cosa è davvero accaduto il giorno dell’arresto, e poi il carcere, l’isolamento, le torture, ma anche i sogni e le passioni che lo hanno animato per resistere ogni giorno, senza perdere mai la speranza. Nel febbraio di quel 2020 era tornato da Bologna al Cairo, a casa sua, solo una pausa del suo percorso di studi in Italia.

Nel libro racconta gli interrogatori, l’isolamento, le torture, il confronto con un mondo – quello delle carceri – in cui tutti sono ridotti a una condizione disumana. E dice anche cosa lo ha tenuto vivo: gli studi, la passione per il calcio, la musica, l’affetto dei suoi cari, dell’amata Reny, dell’Italia tutta.

“La speranza – ha detto – è il motivo per cui esisto e racconto la mia storia. La speranza mi è venuta dal primo momento in cui ho visto una persona che mi amava e che ha deciso di rischiare e di affrontare tutto per me, una famiglia che non sapeva cosa stesse accadendo, ma ha scelto di stare dalla parte del figlio, qualunque fossero le sue scelte”.

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