Cultura

Esposizione di Maria Assunta Karini
alla Libreria del Convegno

Esposizione di Maria Assunta Karini alla libreria del Convegno dal 16 marzo al 17 aprile. Questi gli orari di visita: lunedì dalle 16:30 alle 19:30; da martedì al sabato dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 19:30; domenica dalle 10:30 alle 12.30 e dalle 16:30 alle 19:00.

Due parole sulle Barene

Un arcipelago di ciuffi d’erba periodicamente sommerse dalle maree segnalate puntualmente da Punta della Salute. Novanta km quadrati di intrecci senza senso, di “ghebi” che si formano e si dissolvono, il loro suolo è argilloso, “suolo salso” -lo chiamano così- per l’elevata concentrazione di cloruri, dove cresce e sopravvive una vegetazione alofila, tenace vive su suoli salati.

Un prezioso velo di natura dai contorni improvvisi che limita l’impatto delle maree e del moto ondoso formando un sudario di acque espanse, ormai prive di vigore e forza distruttiva. E come le islas flotantes la loro vita dipende dalla mano dell’uomo che scava canali profondi, provoca moti ondosi spropositati con imbarcazioni a vapore e ne accelera l’erosione, la modifica, la scomparsa. Dimenticato ecosistema lagunare, preserva dalle correnti Venezia e tutte le sue isole. Al contrario delle velme, totalmente prive di vegetazione e che emergono solo in particolari condizioni di bassa marea, le barene sono baluardi coraggiosi sempre presenti, con piante di limoni profumati dalle infiorate essenze.

Barene, luoghi ruvidi, indispensabili eppur ignorati, lasciati vivere nella loro immensa solitudine. Silenziose trincee vegetali che sfidano il mare, che resistono alla sua forza, che salvano mondi umani senza alcuna ricompensa o tantomeno riconoscenza. Le barene sono un incitamento tacito, eppur struggentemente poetico a resistere a “tutto”, senza affondare, senza paure di alcun tipo. E al tempo stesso a creare ed essere una geometria di “resistenza” palpabile, visibile, artisticamente attiva. Le barene, laddove si manifestano nel loro essere vivi gangli proteiformi dimostrano –senza alcuna parola- il loro essere arte.

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