Gli ambientalisti al Pd: "Si
segua l'esempio della Sardegna"
Non sembra ricucirsi la frattura tra i movimenti (ambientalisti ma non solo) e il centrosinistra in vista delle prossime elezioni amministrative.
La riunione online dei giorni scorsi, convocata da Maro Pezzoni del coordinamento Stati generali Clima Ambiente Salute, ha ribadito la contrarietà ad alleanze con coalizioni che non operino in effettiva discontinuità con le scelte degli ultimi anni. In altri termini: nessun appoggio a liste che portino avanti il discorso autostrada Cremona Mantova, nuovo ospedale, impianto biometano.
Sembra rafforzarsi dunque la vicinanza con il Movimento 5 Stelle, che ha confermato di voler scendere in campo alle amministrative con il proprio simbolo, eventualmente in coalizione con una civica.
Di seguito l’intervento di Pezzoni a conclusione dell’incontro.
“Il coordinamento Stati generali Clima Ambiente Salute, nel ribadire la propria fiducia nel valore sempre attuale della Costituzione italiana e nel Progetto di unità politica di una Europa capace di costruire pace e non logiche di guerra in un mondo sempre più multipolare, afferma con forza che anche le città e i territori sono chiamati a partecipare allo sforzo di costruire società aperte, comunità solidali impegnate direttamente e responsabilmente nella lotta ai cambiamenti climatici, nella transizione ecologica giusta, nella conversione sostenibile degli stili di vita e di tutti i settori dell’economia per fuoriuscire dalla dipendenza delle fonti fossili: petrolio, carbone, metano, evitando di ricadere nell’illusione del nucleare sicuro, per ora inesistente.
Alla vigilia di importanti elezioni europee e amministrative intendiamo non abdicare al diritto di partecipare all’esercizio del voto che ci auguriamo venga praticato dal maggior numero di cittadini riducendo così il fenomeno dell’astensionismo che ci rifiutiamo di considerare fisiologico.
Per noi l’astensionismo arrivato a queste proporzioni è una ferita profonda del nostro vivere civile e segna una distanza preoccupante tra politica e società.
Per questo, ricordando le parole di don Lorenzo Milani che per essere “cittadini sovrani” le armi nonviolente da utilizzare sono il voto e lo sciopero, riteniamo positivo che accanto ai partiti si manifestino forme di nuovo civismo in grado di allargare la partecipazione consapevole e attiva dando vita a liste rappresentative di reali istanze di cambiamento.
Esempio significativo da guardare con grande attenzione è il tentativo a Firenze avviato, tra gli altri, da Tomaso Montanari.
Sia chiaro: le associazioni ambientaliste non rinunciano al loro ruolo che le vede autonome rispetto alle forze politiche e alle Istituzioni rappresentative ma, non sentendosi indifferenti al destino delle proprie comunità, intendono esercitare non solo un giudizio sui programmi politici e amministrativi proposti dai vari schieramenti ma concorrere, se possibile nel rispetto delle reciproche autonomie, sia al loro rinnovamento sia alla elaborazione di programmi più coraggiosi e coerenti con i paradigmi della conversione ecologica.
Nel caso della città di Cremona non solo i programmi ma gli stessi schieramenti andrebbero rinnovati e aperti al contributo più ampio sia di forze politiche finora escluse, sia di una lista civica davvero radicalmente ecologista e non verniciata di verde.
In mancanza di queste condizioni e a meno di importanti novità, a Cremona un simile progetto si può attualmente configurare solo come alternativo sia alla coalizione di centrodestra che alla coalizione dell’attuale centrosinistra, visto che entrambi questi schieramenti sono prigionieri di vecchie logiche di gestione del Comune subalterne al “Partito del Cemento” e, nella migliore delle ipotesi, a quel globale e apparentemente moderno “paradigma tecnocratico” così ben stigmatizzato da papa Francesco nella “Laudato Sì”.
In questo quadro stagnante, caratterizzato da apparenti novità che galleggiano sulla superficie dei problemi come quella del candidato sindaco del centrodestra per ora abile solo nel conquistare il ponte di comando della sua coalizione, una vera lista civica ecologista, in quanto alternativa a molti degli indirizzi esistenti, rischia di essere vista soltanto come un terzo incomodo tra i due contendenti.
Cosa che non siamo e non vogliamo ridurci ad essere perché il nostro obiettivo è contribuire ad aprire una prospettiva di alternativa complessiva anche a Cremona capace di unire pensieri e iniziative di pace ed ecologia integrale, riduzione dell’inquinamento atmosferico e terzietà dei controlli, comunità energetiche ed energie rinnovabili alternative alle centrali nucleari, multiutility al servizio dei territori e non territori al servizio degli interessi delle multiutility, democrazia partecipata e pianificazione urbana, cultura e coscienza costituzionale e antifascista, unità del Paese e federalismo solidale, diritti del lavoro e libertà di sciopero, centralità della scuola pubblica e rilancio della sanità pubblica, sostegno alle famiglie in difficoltà e riduzione delle disuguaglianze, opposizione al decreto Cutro e riorganizzazione di un sistema di accoglienza diffusa.
L’interdipendenza tra temi e livelli istituzionali diversi segna la maggiore o minore credibilità anche dei programmi locali perché è evidente che le scelte degli Enti Locali interagiscono su molte questioni con le risposte che vengono date a livello regionale, nazionale e persino europeo.
Per noi sono inaccettabili l’arretramento che si sta profilando sull’abbassamento dei livelli ammissibili di inquinamento dell’aria richiesto a Bruxelles dalla Regione Lombardia così come le modifiche apportate dall’Osservatorio epidemiologico dell’ATS Valpadana all’indagine in corso a Cremona e nel suo territorio rinunciando a individuare le fonti principali dell’inquinamento.
Per queste ragioni ci risulta difficile credere a recenti posizioni ambientaliste da parte della coalizione cremonese di centrodestra visto il quadro di rapporti regionali e nazionali in cui è inserita e in cui si riconosce e nel quale crescono spinte “negazioniste” riguardo ai cambiamenti climatici, ostilità e persino arretramenti sul terreno della transizione ecologica.
Ci è difficile pensare anche a una seria maturazione ecologista da parte dell’attuale centrosinistra cremonese che rischia di avviarsi ad una significativa perdita di consenso, fiducia e voti alle amministrative dell’8 e 9 giugno da parte di chi lo aveva precedentemente sostenuto e la dovrà non a liste di disturbo ma unicamente alla propria riaffermata continuità con gli indirizzi dell’attuale amministrazione comunale.
Tuttavia una possibilità ancora esiste ed è quella di riaprire dialogo, confronto pubblico, possibile convergenza programmatica con quelle forze e istanze territoriali e ambientaliste che l’amministrazione al governo della città e il PD cremonese hanno escluso in questi anni ma che in altre realtà vengono intelligentemente considerate e coinvolte.
Dopo le elezioni regionali in Sardegna, dove il successo di stretta misura della candidata Alessandra Todde è dovuto in modo consistente non solo all’accordo PD-M5S ma anche a liste di civismo attivo e all’Alleanza Verdi e Sinistra, si imporrebbe per Cremona un profondo ripensamento delle alleanze per costruire una novità di campo giusto e il più largo possibile, comprensivo di tutte le forze progressiste, movimenti e comitati che in questi anni sono stati i più sensibili all’urgenza e decisività di una ecologia integrale che coniughi giustizia sociale e giustizia ambientale”.
LE BASI PER UN ACCORDO COL CENTROSINISTRA – Il lungo documento contiene quindi alcuni punti imprescindibili per i movimenti, tra cui la critica alle grandi opere, la riqualificazione della Statale 10 invece dei progetti autostradali Cr-Mn e Ti-Bre, l’allargamento dell’isola pedonale e velocità 30, trasporto pubblico e mobilità dolce privilegiando l’uso della bicicletta, rimboschimento e verde pubblico, alternative all’incenerimento dei rifiuti, individuazione delle fonti di emissioni nocive, bocciatura del nuovo impianto di Biometano voluto da A2A, condivisione delle osservazioni dei cittadini di Picenengo riguardo al nuovo centro commerciale, apertura di un nuovo negoziato con la proprietà della Tamoil.
Occorre insomma “un approccio nuovo anche nei rapporti interpersonali che devono vedere prevalere il confronto e il rispetto delle idee e non la comoda fuga nell’accusa di ideologismo per evitarne la scomodità. Approccio nuovo anche verso le istanze dei movimenti di cittadinanza attiva e verso le proteste dei quartieri che non vanno né ignorate né disprezzate.
In questo quadro rinnovato, allargato, democratizzato avrebbe senso una lista civica ecologista perché rafforzerebbe la coalizione non solo nel consenso ma nella sua credibilità programmatica e nel suo rapporto con istanze di base.
In assenza di questa novità che andrebbe avviata con urgenza, non riteniamo né giusto né opportuno che energie ecologiste si spendano solo per appoggiare la continuazione dell’esistente.
In assenza dell’apertura di questa nuova prospettiva, non ci resta che proporre in autonomia la nostra Piattaforma di idee e proposte di democrazia ecologica per Cremona e il suo territorio ben consapevoli che è finito il tempo degli ingenui portatori d’acqua, è finito il tempo del “voto utile” che premia rendite di posizione, è iniziato piuttosto il tempo del “voto coerente”, l’unico in grado di raccogliere lo scontento se c’è chi ha la capacità di trasformare il dissenso e la critica in alternativa.
Dunque se non ci sarà reale discontinuità nei programmi, se non si realizzerà una più grande alleanza inclusiva di temi e forze impegnate coerentemente su ambiente e salute, il voto di molti elettori potrebbe non premiare più una coalizione priva di ambizioni di cambiamento, ma piuttosto articolarsi su più fronti e su più proposte portate da liste aperte, ispirate ad una ecologia integrale e partecipata, alternative tanto al centrodestra che al centrosinistra; oppure ricadere nel mare dell’astensionismo.
Naturalmente il coordinamento degli Stati generali Clima Ambiente Salute si impegnerà a promuovere il voto “coerente” e la partecipazione al voto sia per quanto riguarda le elezioni amministrative sia per quanto riguarda le elezioni europee perché riteniamo sia più indispensabile che mai dare sostegno ad una Europa della pace, del disarmo, della riconversione dell’industria militare, della transizione ecologica giusta, della decarbonizzazione, dei diritti di tutti alla salute e alla dignità del lavoro”.