Cronaca

Mina Gregori, cent’anni
di arte e insegnamento

La storica dell’arte è nata a Cremona il 7 marzo del 1924. Una vita intera dedicata alla conoscenza, all’arte, alla formazione. Oggi i festeggiamenti alla Fondazione Longhi di Firenze. Sabato a Cremona il conferimento della “Cittadinanza Benemerita”.

Immagini dall'archivio della famiglia Gregori

Mina Gregori festeggia oggi cent’anni. Lo fa nel calore della sua Firenze, lo fa nel cuore della sua Cremona. Firenze la città d’elezione, la città che l’ha vista crescere come storica dell’arte, che l’ha vista affermarsi fino a segnare la storia dell’arte a cavallo di due secoli. Firenze la festeggia oggi nella sede della Fondazione Longhi della quale è Presidente onoraria, dopo averla retta come Presidente dal 1985 al 2021 (in diretta canale YouTube della Fondazione a partire dalle 15,30).

Cremona la città dei natali, della formazione, degli affetti. Cremona la città del cuore che sabato nel Salone dei Quadri di Palazzo Comunale (ore 11,30) le consegnerà la “Cittadinanza Benemerita” che il Consiglio Comunale le ha conferito nei giorni scorsi. Una città che a lei deve importanti contributi culturali come l’organizzazione di mostre fondamentali quali “I Campi e la cultura artistica cremonese nel ‘500” (1985) e “Sofonisba Anguissola e le sue sorelle” (1994), oltre che l’attribuzione certa a Caravaggio del San Francesco della Pinacoteca Comunale.

Cent’anni, che Mina Gregori ha vissuto tutti, dall’infanzia e fino ad oggi, intensamente immersa nella passione per la conoscenza, lo studio, la bellezza, l’insegnamento, l’arte, ma anche nella musica e nella letteratura. Professore emerito di Storia dell’Arte moderna dell’Università di Firenze, membro dell’Accademia dei Lincei, è nata a Cremona nel 1924 in una famiglia di intellettuali – il padre ingegnere, la madre appassionata di musica – che l’hanno precocemente guidata a coltivare l’amore per la cultura quale strumento di elevazione ed emancipazione personale; qui ha frequentato il Liceo Classico Manin, dove il professore di filosofia Alfredo Puerari (poi direttore del Museo Civico) l’ha indirizzata per primo all’arte.

Foto archivio Mina Gregori

Abbiamo chiesto alla Professoressa Gregori di tracciare, rispondendo ad alcune domande, il suo punto di vista su alcuni temi di grande interesse. Lo ha fatto in modo semplice, diretto, estremamente moderno. Una immediatezza della quale la ringraziamo e che affidiamo ai nostri lettori.

Un secolo, il passaggio di un secolo, è un punto straordinario per guardare il mondo. Per guardare il futuro, che cosa vede Professoressa Gregori, a che cosa dobbiamo guardare per non perderci?
«Per guardare avanti è fondamentale studiare. La cultura è il motore che fa progredire la società, le persone, la vita. Infatti, nonostante la mia veneranda età, la passione e l’intensità con cui mi dedico alla lettura sono rimaste immutate nel tempo».

Professoressa, facciamo un salto all’indietro, alle radici, a Cremona. Il punto di origine. Quanto hanno contato la sua famiglia, il liceo Manin e questa nostra città nella sua formazione, nel suo trovare un posto nel mondo?
«Molto. I miei genitori amavano la cultura e mi hanno spinto a fare altrettanto così ho frequentato il Liceo Classico Manin dove il mio Professore, Alfredo Puerari, per primo, mi ha indirizzata all’arte. Nonostante il mio trasferimento a Firenze, ogni anno trascorro le festività di Natale a Cremona, che è stata una città fondamentale per la mia professione, ma anche per la mia vita».

Che cosa ha sempre portato con sé, nel suo cuore, di quel tempo che è un tempo che ci forma, e di Cremona, la sua città…
«Tanti ricordi. La mia casa, i miei genitori, la mia parrocchia. La mia voglia di studiare, di creare, di costruire, è partita da Cremona. I miei studi al Liceo Classico Manin di Cremona sono stati fondamentali per me».

Foto archivio Mina Gregori

Firenze e poi Bologna, la scelta di seguire le lezioni di Roberto Longhi. Professoressa, quanto contano i Maestri?
«I maestri contano tanto. A Roberto Longhi, il mio maestro, devo moltissimo».

Professoressa Gregori, conoscere è scoprire. Acquisire competenze, ma saperle inserire in un sistema che tiene conto e tiene insieme più discipline: che cosa ricorda di quel tempo, di quella possibilità straordinaria di crearsi un proprio sistema culturale (e di vita)?
«La mia voglia di studiare, di apprendere, di avere competenze sempre più ampie, mi hanno portata ad arrivare dove sono arrivata oggi; con molto sacrificio certo, ma anche con enorme soddisfazione».

Torniamo al tema del formare, dell’essere guida: lei, Professoressa, è stata guida per moltissimi allievi e allieve. Come si fa crescere la passione in chi ci ascolta, come si racconta l’arte?
«L’arte si racconta osservando direttamente le opere d’arte e studiandole. Lo studio e l’approfondimento aiutano a capire l’arte. È così che cresce la passione».

Professoressa, lei è stata insegnante, curatrice di mostre, Presidente della Fondazione Longhi. Ha illuminato con la sua passione e la sua competenza molti decenni della nostra storia dell’arte. Che cosa ha più amato di questa sua multiforme esperienza?
«La cosa che mi è piaciuta di più della mia esperienza multiforme è stata insegnare, stare vicino ai miei allievi, trasmettere loro ciò che sapevo ed appassionarli a loro volta. L’insegnamento è una forma d’arte ed è sinonimo di passione, di dedizione».

Il San Francesco del Caravaggio

Caravaggio, che cosa ha rappresentato per lei? Che cosa rappresenta o deve rappresentare oggi per tutti noi?
«Caravaggio è stato una continua scoperta. Quando ho iniziato a studiarlo, ho capito che aveva bisogno di un grande approfondimento e ho cercato di trasmettere “questo bisogno” alle nuove generazioni. Caravaggio rappresenta per me la scoperta della realtà, la necessità di non fermarsi alle apparenze, il bisogno di guardare oltre. Caravaggio è il realismo moderno».

L’ultima domanda è sul patrimonio culturale italiano, la nostra più grande risorsa. La risorsa che ci distingue nel mondo e sulla quale possiamo costruire il nostro futuro. Che cosa dobbiamo fare che non facciamo per farlo amare, per conservarlo, per farlo conoscere?
«Iniziare a far capire ai più giovani l’importanza della storia dell’arte, della letteratura, della musica, per esempio. Abituare tutti, sin da piccoli, a capire il valore della nostra cultura, che si acquisisce solo studiando».

Grazie Professoressa Gregori, grazie carissima Mina. Da parte nostra e da parte di tutta la città di Cremona che la porta nel cuore!

A cura di Lucio Dall’Angelo

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