Sport

Cremonese e Como,
le rivoluzioni che pagano

Un duello tra Castagnetti e Verdi nel match d'andata

Un punto avanti il Como dopo lo scontro diretto dell’andata, uno in più per la Cremonese alla vigilia del ritorno. Entrambe le prossime contendenti, da allora, hanno guadagnato punti rispetto a tutte le dirette rivali, lasciandosi momentaneamente alle spalle Venezia e Catanzaro (all’epoca terze a pari merito) e il Palermo (a ottobre addirittura secondo).

Un percorso, quello di Como e Cremonese, profondamente diverso nell’approccio ma che trova molte analogie nel lungo periodo. Entrambe non hanno lesinato sul mercato estivo, rilanciando poi in quello invernale. Entrambe hanno cambiato tecnico rispetto al progetto d’inizio stagione: i grigiorossi hanno scelto di svoltare presto dopo i 6 punti in 5 giornate di Davide Ballardini e con Giovanni Stroppa stanno viaggiando alla media mostruosa di 2,13 a partita (il top per la B). Hanno cambiato pelle, passando dalla difesa a 4 ‘ballardiniana’ al 3-5-2 del tecnico lodigiano, provando variazioni ma mantenendo sempre il medesimo spartito.

I lariani invece hanno abbandonato la strada intrapresa con Moreno Longo (21 punti in 13 giornate, 1,6 di media) per sposare una tipologia di calcio, sulla carta, più spettacolare con Cesc Fabregas e Osian Roberts. Morale: lo show si è visto solo a tratti al Sinigaglia, ma la concretezza è da podio di categoria vista la media di 2,07 punti a partita. In pratica, oltre a Stroppa, solo Fabio Pecchia a Parma ha un fatturato migliore del nuovo corso comasco, con 2,1 a partita.

Medie che verranno ritoccate a partire da venerdì, giorno dell’anticipo del “Tardini” tra crociati e Brescia, con le rondinelle in grande salute dopo il poker rifilato al Palermo. Un antipasto gustoso, per una giornata di campionato che servirà allo “Zini” il piatto forte del menù: Cremonese – Como può valere già una piccola fetta di sogno.

Simone Arrighi

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