Lettere

Cremona, mancata candidatura
a Città Italiana della Cultura

da Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona)

Gentilissimi, siamo ormai a fine mandato e credo che sia corretto che l’Amministrazione uscente renda conto alla cittadinanza degli obiettivi raggiunti. Ecco perchè ho proposto e proporrò, nei prossimi ultimi Consigli Comunali, interrogazioni alla Giunta. Nello scorso Consiglio ho affrontato il tema cultura.

Nel programma elettorale del Sindaco 2019-2024 e in particolare nel DUP l’Obiettivo Strategico 6.3 – Piano cultura – obiettivo operativo 6.3.1 – Cremona Capitale della Cultura prevede “alla luce di tutti i progetti realizzati e del rafforzamento del sistema culturale della città intendiamo costruire il percorso per una possibile candidatura di Cremona a capitale della cultura italiana”.

Una candidatura di fatto ad oggi mai presentata e che ha visto la nostra citta’ solo spettatrice anche quando il riconoscimento è stato attribuito in maniera straordinaria a Bergamo e Brescia città duramente colpite dal Covid, come del resto lo era stata anche Cremona.
Per il Sindaco “meglio contare sui progetti che sui titoli” anche quando il titolo vale un milione di euro da investire in cultura sulla città.

Nel frattempo con oltre 11 milioni e mezzo di visitatori, Brescia e Bergamo si confermano capitali della cultura 2023 da record: con oltre 943mila visitatori, in aumento del +92% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nel primo anno non viziato dalla pandemia nei Musei Civici, a Parma (città italiana cultura 2020/2021) oltre 76mila visitatori nel 2023. Sono oltre 68.000, con una media di più di mille al giorno, i visitatori che da ottobre a Mantova (capitale della cultura 2016) hanno visitato la mostra ‘Rubens a Palazzo Te.

Ma i numeri reali dei visitatori dei nostri musei, possono giustificare la supponenza con la quale l’Assessore Burgazzi, rispetto ad una proposta di candidatura di Cremona a città italiana della cultura, ha dichiarato che la nostra città non ha bisogno di un rilancio? Città come Mantova, Parma, Bergamo e Brescia avevano forse bisogno di un rilancio quando si sono candidate? Che cosa ha Cremona di diverso da queste città per potersi permettere di snobbare la citata candidatura? Oppure forse la vera domanda è che cosa è mancato alla nostra città per non realizzare un obiettivo che faceva parte del programma di questa Amministrazione?

Ciò che mi sembra più realistico pensare è che sia mancata la capacità organizzativa e di visione per elaborare un progetto che rispondesse in modo organico all’obiettivo di presentare a un pubblico vasto un programma di grande interesse a livello territoriale, ma anche nazionale e internazionale. Un’incapacità che non può nascondersi dietro a numeri e percentuali, che pur dimostrando un trend positivo, non reggono il confronto con altre città che sono state evidentemente amministrate in ambito culturale in maniera più capace e competente.

© Riproduzione riservata