Cronaca

Mina Gregori, la storica che
ha segnato l’arte del ‘900

Mina Gregori

Ha attraversato e segnato la storia dell’arte italiana a cavallo di due secoli. Il nome di Mina Gregori risuona nelle stanze della cultura italiana dove la studiosa, allieva prediletta ed erede di Roberto Longhi e, con lui, tra i massimi esperti di Caravaggio, e più in generale della pittura tra Quattro e Settecento, ha impresso col suo passaggio un lascito imprescindibile nella storia dell’arte italiana.

Mina Gregori il 7 marzo festeggia un compleanno d’eccezione: 100 anni vissuti tutti, dall’infanzia e fino ad oggi, intensamente immersa nella passione per la conoscenza, lo studio, la bellezza, dell’arte, certamente, ma anche della musica e della letteratura. Professore emerito di Storia dell’Arte moderna dell’Università di Firenze, membro dell’Accademia dei Lincei, è nata a Cremona nel 1924 in seno ad una famiglia di intellettuali – il padre ingegnere, la madre appassionata di musica – che l’hanno precocemente guidata a coltivare l’amore per la cultura quale strumento di elevazione ed emancipazione personale; qui ha frequentato il Liceo Classico Manin, dove il professore di filosofia Alfredo Puerari (poi direttore del Museo Civico) l’ha indirizzata per primo all’arte.

Nonostante il trasferimento per frequentare l’università, ha sempre mantenuto un legame stretto con la città di Cremona, che a lei deve importanti contributi culturali come l’organizzazione di mostre fondamentali quali “I Campi e la cultura artistica cremonese nel ‘500” (1985) e “Sofonisba Anguissola e le sue sorelle” (1994), oltre che l’attribuzione certa a Caravaggio del San Francesco della Pinacoteca Comunale.

Dopo la laurea all’Università di Bologna, in cui Roberto Longhi era titolare della cattedra di Storia dell’arte moderna, lo seguì a Firenze, proseguendo la sua attività accademica nella città gigliata, in cui tuttora risiede.

Inizia precocemente una carriera prestigiosa che la porta a raccogliere il testimone del suo maestro, facendo proprio e declinando personalmente l’innovativo metodo attributivo da lui messo a punto, fondato sull’osservazione diretta dell’opera, e finendo poi con l’occupare la sua stessa cattedra. Dal 1985 è stata Presidente della Fondazione Roberto Longhi, carica sostituita da quella di Presidente onorario solo tre anni fa.

Mina Gregori ha indagato con metodo, curiosità e intelligenza rari le arti figurative e ha guidato diverse generazioni di studenti lungo la via di quell’approccio innovativo di ricerca, che spinge a frequentare più i musei, le chiese, le collezioni pubbliche e private piuttosto che le biblioteche e gli archivi; li ha spronati, con l’esempio prima di tutto, ad educare l’occhio e a leggere e interpretare l’opera d’arte attraverso la visione diretta, lasciando che sia questa ad accompagnare per prima nella ricostruzione del contesto, lasciando spazio alla filologia, la storiografia, la critica solo in seconda battuta.

 

Il san Francesco in meditazione del Caravaggio esposto nella Pinacoteca cremonese

 

Un approccio che resta attuale anche oggi, nell’epoca in cui la scienza e la tecnologia forniscono strumenti scientifici utilissimi, ma a cui manca l’interpretazione qualitativa dello sguardo allenato dell’esperto. Nel corso della sua lunghissima e blasonata carriera di studiosa e ricercatrice appassionata, Mina Gregori ha pubblicato studi fondamentali, tradotti in tutto il mondo, tra cui spiccano quelli sulla pittura dell’Italia settentrionale dal Quattrocento al Settecento, compreso Caravaggio, del quale è considerata un’esperta di fama mondiale.

Del grande maestro ha curato alcune mostre fondamentali che hanno contribuito, sulla scia longhiana, a rivalutarne la figura e ad aprire inedite prospettive di lettura e interpretazione, come “Caravaggio e il suo tempo” (1985) e “Michelangelo Merisi da Caravaggio. Come nascono i capolavori” (1991), che per la prima volta svelava dettagli sconosciuti della tecnica dell’artista, che non disegnava il soggetto sulla tela, ma dipingeva su un fondo scuro su cui tracciava dei bozzetti con la biacca e nel contempo segnava la posizione delle figure con la punta del manico del pennello.

Ma, Merisi a parte, sono state oltre cento le esposizioni che portano la firma scientifica di Mina Gregori, tra cui va certamente ricordata, per le novità e gli orizzonti interpretativi aperti, quella dedicata al “Seicento fiorentino”. Il Comune Cremona non poteva perdere l’opportunità di festeggiare i suoi 100 anni conferendole la Cittadinanza benemerita.

Giovanna Galli
Giornalista e Critica d’arte

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