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Bianchetti cancella il Modena
La Cremo riscrive la classifica

L'esultanza di capitan Bianchetti per il gol partita di Modena (foto Usc)

Capitano mio capitano. Anzi, capitani miei capitani. Matteo e Daniel, Bianchetti e Ciofani, anima e cuore di un successo arrivato sull’ultimo pallone dell’ultimo minuto dell’ultima gara di un tour de force di tre partite in nove giorni.

Quinto di recupero di una domenica da tachicardia, con la Cremo in dieci sotto il diluvio di una Modena inespugnabile undici contro undici e ad un palo dal rimandare i grigiorossi a casa in Bianco. In inferiorità per la seconda ingenuità da espulsione di Johnsen – ecco, magari, Dennis, diamoci una regolata vista la recidiva – la Cremo guadagna ossigeno e metri con un fallo su Sernicola in fuga. Lo stesso esterno viene servito da Majer e con passo cadenzato sfida il nemico giallo portandolo fin sul fondo, mancino pregiato sul secondo palo, capitano uno (DC9) a fare da scudo a capitano due (Bianchetti) che sfodera il colpo della vittoria.

Dalla via Emilia tornano tre punti bagnati da pioggia e lacrime che valgono molto più di un semplice successo di corto muso. Sono il premio al gruppo, dirà Stroppa. Sono la riscossione del credito maturato con la sorte in partite dove per centimetri la Cremo non è rincasata col bottino pieno. Sono l’apoteosi del carattere di una vecchia guardia che ancora una volta dimostra di non mollare mai. Nemmeno quando l’impresa è portare in porto lo 0-0, il punticino da benedire in giornate complicate. Sernicola che ci crede, non amministra ma punta il nemico. DC9 che in area calamita l’avversario lasciando la pista di decollo sguarnita al compagno in rampa di lancio. Bianchetti che decide di iscriversi alla cooperativa del gol nel giorno e nel momento di maggior bisogno, rimettendo la Cremo al secondo posto davanti alla prossima avversaria.

Con lo 0-1 del Braglia fanno sette punti in nove giorni, 30 in 14 trasferte, 21 sui 27 disponibili in un 2024 sinora privo di sconfitte in campionato. Combinazioni che aprono la cassaforte dei sogni grigiorossi, mai così realistici vista la prepotente risalita, mai così fragili vista la serrata concorrenza. L’ansia da prestazione dopo il successo del Como col Venezia non ha prodotto drammi nel risultato conquistato, ma qualche pressione può averla creata in una Cremo per sette undicesimi simile a quella di Genova seppur lontana parente di quella versione dominante e divertente.

La seconda panchina consecutiva di Vazquez come primo spunto di riflessione alla lettura della formazione: a Marassi il duo Johnsen-Falletti aveva fatto sgasare i grigiorossi, al Braglia il bis non riesce complice anche tutt’altra consistenza dell’avversaria. Il Modena non è quel vaso di vetro sbriciolato da una Cremo di coccio all’andata e non è per niente permissivo come la Samp di Pirlo pochi giorni prima. Il tecnico Bianco ha dato una logica al suo 3-5-2 che senza le qualità della rosa di Stroppa mette comunque in apprensione i 927 del settore ospiti. Antov, Ravanelli e Bianchetti schermano quasi tutto, il resto lo fanno il palo scheggiato da Corrado nel primo tempo e quello centrato da Ponsi nel forcing emiliano dell’infinita ripresa.

La forza difensiva della Cremonese è esaltante con il 14esimo clean sheet e per la quinta volta in stagione la retroguardia entra nel tabellino con gol decisivi. A Cittadella l’aveva sbloccata Ravanelli, poi capace di indirizzare il derby a Brescia e firmare il successo in inferiorità numerica col Venezia. Col Cosenza aveva esultato Antov sotto la Sud per un gol da tre punti. A Modena arriva l’autografo di Bianchetti che non realizzava una rete dalla prima giornata della scorsa Serie A (Fiorentina-Cremo 3-2) e in cadetteria non lasciava il segno da giugno 2020 ad Ascoli (1-3).

Merce rara insomma. E mai così determinante. Un gol che vale il secondo posto prima dello scontro diretto con la prima inseguitrice, il Como degli indonesiani, considerati la proprietà più ricca dell’intero panorama calcistico italiano. Ci sono caratteristiche però che non si possono comprare al gran bazar dei procuratori, doti che questa Cremo ha costruito negli anni con una vecchia guardia inossidabile: un carattere e due capitani d’acciaio.

Simone Arrighi – inviato a Modena

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