Cronaca

Pestato brutalmente con martello e
mazze. Tentato omicidio: 5 indagati

Lo scorso 23 novembre un indiano di 25 anni era stato aggredito selvaggiamente da alcuni suoi connazionali che ora gli agenti della squadra Mobile della Questura di Cremona guidati dal dirigente Marco Masia sono riusciti ad identificare. In cinque, tra i 20 e i 35 anni, sono accusati di tentato omicidio aggravato e minaccia aggravata. Gli inquirenti hanno eseguito perquisizioni, e nei confronti di tre dei cinque indiani è stata disposta la misura degli arresti domiciliari.

Il capo della squadra Mobile Marco Masia

Quella ai danni del 25enne, malmenato nel parcheggio del centro commerciale CremonaPo, era stata una vera e propria spedizione punitiva. Quel pomeriggio di novembre il giovane era arrivato a Cremona in treno con l’intenzione di effettuare degli acquisti al centro commerciale. Appena arrivato, però, era stato violentemente aggredito dai connazionali, che dopo averlo circondato e minacciato, lo avevano ripetutamente colpito al corpo e al viso con mazze metalliche e un martello, procurandogli una grave frattura scomposta dell’ulna, oltre ad un importante trauma cranico. A causa delle lesioni subite, era stato ricoverato per diversi giorni in ospedale, dove era stato sottoposto ad alcuni interventi chirurgici finalizzati alla ricomposizione delle fratture subite.

Solo grazie alla prontezza di riflessi, il ragazzo era riuscito a coprirsi il volto dalle martellate inferte dai suoi aggressori, per poi alzarsi e scappare, e, nonostante inseguito e minacciato di morte, era riuscito a chiedere aiuto alle forze dell’ordine.

L’indagine degli investigatori della Mobile si è subito concentrata sull’analisi delle immagini del sistema di videosorveglianza del CremonaPo che hanno immortalato gli indagati nei minuti antecedenti l’aggressione mentre si nascondevano dietro una siepe.

Poi sono state passate al setaccio decine di autovetture che in quelle ore erano presenti nel parcheggio del centro commerciale, permettendo di individuare una macchina intestata ad una cittadina indiana, madre di uno dei coinvolti.

Le successive attività di acquisizione delle dichiarazioni delle persone informate sui fatti e i riconoscimenti fotografici effettuati dai poliziotti hanno permesso di acquisire numerosi indizi nei confronti dei cinque indagati, legati tra loro da un rapporto di conoscenza e, in un caso, da un rapporto lavorativo con la vittima. Tempo fa il 25enne pestato e uno degli aggressori avevano lavorato nella stessa cooperativa. La colpa del giovane sarebbe stata quella di aver messo in cattiva luce il collega con il datore di lavoro, e per questo motivo nel gruppo sarebbe maturato il desiderio di vendetta.

Alle 4 del mattino di ieri i poliziotti della Questura di Cremona sono entrati nelle abitazioni degli indagati, eseguendo cinque  perquisizioni domiciliari e personali delegate dalla procura della Repubblica di Cremona, oltre a tre ordinanze cautelari di arresti domiciliari disposte dal gip. Sono stati anche sequestrati numerosi dispositivi telefonici ed ulteriori beni utili per i successivi accertamenti investigativi.

Nei confronti dei cinque, inoltre, per finalità di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico, sono state adottate svariate misure di prevenzione disposte con provvedimento del questore di Cremona. Per due indagati non residenti a Cremona è stata notificata dalla Divisione Anticrimine la misura di prevenzione del Foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel Comune di Cremona per 2 anni. La misura di prevenzione viene emessa con provvedimento del questore. Così come recentemente modificata dal Decreto Caivano, che ha innalzato il termine massimo di durata del divieto, la sua violazione prevede la pena dell’arresto fino a 6 mesi.

Non solo: alla luce del rilevante pericolo per la sicurezza pubblica che potrebbe derivare dalla frequentazione degli esercizi commerciali nei quali è avvenuta l’aggressione da parte di tutti gli indagati, il questore ha disposto la misura di prevenzione per la movida violenta del cosiddetto “Daspo Willy”, dal caso di Willy Monteiro Duarte, il 21enne pestato a morte nel settembre del 2021 a Colleferro. Ai cinque è fatto esplicito divieto, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, di accedere o stazionare nei pressi del centro commerciale e delle aree vicine per tre anni.

Il provvedimento rientra nella categoria dei “Divieti di accesso ad aree urbane” e consente di dare una risposta ancora più incisiva e mirata nei confronti di coloro che sono ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica. La sua eventuale violazione costituisce un reato penale gravemente punito con la pena della reclusione fino a due anni e con una multa fino a 20.000 euro.

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