Cronaca

Manifestazione lavoratori Prosus,
Zerocalcare in piazza del Comune

Bagno di folla sotto i portici di piazza del Comune per la manifestazione promossa dall’Unione Sindacale di Base Cremona Mantova, in solidarietà ai lavoratori della Prosus licenziati negli ultimi mesi, nell’ambito di un programma di risanamento aziendale. Presente anche il famoso fumettista Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, che ha voluto sostenere le istanze dei lavoratori.

Zerocalcare è un fumettista italiano, noto al grande pubblico in particolare grazie alla serie “Strappare lungo i bordi”, animazione a episodi che prende spunto dalle sue esperienze di vita personali, spesso raccontate in chiave ironica.

“Quando mi hanno spiegato questa vertenza – ha dichiarato Zerocalcare -, oltre che per i lavoratori e le loro famiglie, mi sembrava esemplificativa di una serie di cose che avvengono in Italia, di cui non si parla mai. Le vertenze, le lotte sul posto di lavoro: tutte cose di cui se ne parla con il linguaggio delle Procure, il linguaggio degli sgomberi, con il linguaggio dei processi e dei licenziamenti. Chi fa questo mestiere e prova a raccontare un pezzo di questo Paese deve poi contribuire ad accendere i riflettori su queste cose”.

Roberto Montanari, portavoce dell’Unione Sindacale di Base Cremona Mantova, ha detto: “Oggi USB è qui perché sta continuando una lotta che è iniziata quattro mesi fa da parte dei lavoratori degli appalti di Prosus che sono stati licenziati, sono stati cacciati dalla fabbrica solo per motivi di interesse e di profitto. Si vuole vendere una fabbrica snella di posti di lavoro e quindi la cosa più semplice è tagliare i lavoratori degli appalti. Sono lavoratori invisibili. E’ gente che è lì da 15, 18, 20 anni e che oggi viene lasciata a casa semplicemente perché si taglia il contratto di appalto tra Prosus e i fornitori. Sono lavoratori che rivendicano fino in fondo e con determinazione il loro posto di lavoro. Loro hanno creato ricchezza in questa città, ricchezza in quello stabilimento, non possono quindi essere messi da parte, perché fanno parte della forza lavoro stabile di quella fabbrica. Il sistema malato degli appalti nasconde questi lavoratori dietro i fornitori dei servizi, gli appaltatori e via dicendo. E’ bene che questa città sappia che questi lavoratori che sono stati per quattro mesi arrampicati sulle giostre (la catena di smontaggio dei suini) dentro il macello continueranno ad andare avanti fino a quando non avranno riconosciuto un diritto fondamentale della Costituzione, cioè l’Articolo 1: il diritto al lavoro e alla dignità”.

Laura Bosio

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