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Serie B, con la Cremo altre 3
in corsa per un posto al sole

Tutte in fila alla ricerca del secondo posto. Tutte vive, tese, sul pezzo, pronte a darsi battaglia fino al termine della stagione regolare. E di regolare, questa stagione, ha soprattutto l’avvincente corsa per un posto al sole a fine campionato, quello che garantisce il salto diretto senza passare dalla tagliola dei playoff. Un testa a testa tra Venezia (ora secondo), Cremonese (terza ad un punto), Palermo e Como (quarte un passo indietro) che è diventato un conto aperto con lo spettacolo. Uno show vietato ai deboli di cuore e “ai braccini corti” per dirla con Giovanni Stroppa. Perché basta un attimo, un calo di tensione, un blackout per piombare nel buio.

Come accaduto a Jungdal, a Palermo accecato da un rimbalzo, allo Zini da un traversone lungo che dopo un quarto d’ora di dominio Cremonese aveva mandato a carte quarantotto la partita. Uscita bucata, braccia scomposte di Sernicola su incornata di Segre e scontro diretto a rischio patatrac con rigore ed espulsione: ma davvero ci stava la punizione al quadrato? Non si sta esagerando nella soggettività della revisione sui falli di mano in area? Con Marcandalli due settimane fa il Var non ha nemmeno richiamato Fabbri…

L’alimentatore grigiorosso però ha salvavita ben manutenuti, come dimostrato due mesi fa col Venezia. In dieci la Cremo si esalta, non toglie il piede dall’acceleratore, macina gioco e ancora una volta trita l’avversario, che a Brunori dal dischetto aveva aggiunto raddoppio di Ranocchia prima dell’intervallo, dopo uno spreco colossale di Pickel che avrebbe anticipato i tempi del riassetto.

Ma basta un attimo, si diceva, un calo di tensione, un blackout per piombare nel buio. Vedasi Corini e il suo Palermo, entrati negli spogliatoi con tre punti nel portafoglio e usciti col conto in banca ridimensionato, abbagliati dalla ferocia della Cremonese. Un fiume grigiorosso in piena: la qualità che porta alla danza in punta di piedi di Johnsen e Pickel per l’1-2 accarezzato di Castagnetti, la leggerezza della piroetta di bomber Coda che fa tredici in campionato con un altro colpo da biliardo.

Buio pesto per il Palermo, mentre alla Cremo s’accende la lampadina: tentare il ribaltone che avrebbe fatto il paio con il 3-2 siciliano dell’andata. Finirà 2-2 perché Antov, il suo jolly, se l’è giocato col Cosenza e sul suo destro da ko c’è un paracolpi ad attutire. Finirà 2-2 perché sommare giocatori offensivi non sempre significa arrivare al gol: a Corini l’operazione era riuscita all’andata, non davanti ai 13mila dello “Zini”.

Finirà 2-2 perché a questa Cremo puoi anche togliere un uomo ma non leverai mai il credo, la convinzione, la ricerca del gioco, che con le big è sempre parte dello spettacolo. L’unione nelle difficoltà è elemento che con Stroppa diventa costante graditissima da platea e loggioni. Nella corsa al secondo posto, con quattro squadre in fila, il segnale più forte alla concorrenza l’hanno dato proprio i grigiorossi, superati dal Venezia ma davanti a Palermo e Como. Modificando l’ordine dei fattori il risultato non cambia: per il secondo posto c’è sempre Coda.

Simone Arrighi

 

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