Visita al carcere di Nessuno
Tocchi Caino: "Situazione critica"
Una situazione critica, con molte difficoltà di gestione, ma anche tanti sforzi per migliorare le cose: questo quanto emerso dall’ispezione al carcere di Cremona, fatta nella mattinata di venerdì, nell’ambito dell’iniziativa Grande Satyagra 2024, promossa dall’associazione Nessuno Tocchi Caino. Presenti, oltre ai membri dell’associazione, esponenti della Camera Penale e dell’ordine degli avvocati di Cremona, nonché la garante delle persone private della libertà personale, Ornella Bellezza, accompagnati dalla direttrice della casa circondariale, Rossella Padula.
Il risultato della visita al carcere è stato poi illustrato nel corso di un incontro, svoltosi in Comune a Cremona, su invito del presidente del consiglio comunale, Paolo Carletti. A moderare l’incontro, la segretaria della Camera Penale, Laura Negri, che ha evidenziato alcuni numeri: “Su una capienza di 394 posti, e un margine di tolleranza, relativo alla sentenza Torreggiani, che fa aumentare il numero a 631, attualmente ci sono 524 detenuti. Un numero comunque importante rispetto a quella che sarebbe la capienza regolamentare”.
Non è tutto. Come ha spiegato Rita Bernardini, presidente dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, uno dei grandi problemi sono i detenuti delle sezioni ex articolo 32 dell’ordinamento penitenziario, dove vengono mandati detenuti problematici, che hanno avuto sanzioni disciplinari o rapporti difficili con altri detenuti o con il personale: “Non abbiamo mai visto in tutta la nostra esperienza sezioni di questo tipo così piene, perché qui mandano detenuti da tutta la lombardia. In tutto tra le sezioni dei comuni e quelle dei protetti sono 104 detenuti”.
“E’ un carcere sovraffollato, di media grandezza” ha spiegato ancora Bernardini. “Abbiamo parlato a lungo con la direttrice e con il vice comandante della Polizia Penitenziaria, che ci hanno rappresentato le problematiche. Ci sono moltissimi stranieri e parecchi casi psichiatrici. Nelle sezioni ex Art 32 ci sono anche detenuti che stanno li perché non hanno trovato posto altrove. Visitandoli e parlando con loro ci siamo resi conto che molti avevano problemi comportamentali di tipo psichiatrico. Ma l’assistenza psicologica e psichiatrica è carente, ma come del resto avviene in tutti gli istituti penitenziari, perché è sempre più difficile reperire gli psichiatri e gli psicologi.
Alcuni, trovandosi in queste sezioni, dove sostanzialmente le attività trattamentali sono sospese, non possono fare neppure la socialità insieme. La gestione di queste persone diviene quindi ancora più difficile. Alcuni di loro ci hanno fatto vedere i tagli, segni dell’autolesionismo. In complesso lo definirei un carcere molto problematico”. E non è tutto: “Mancano tre funzionari giuridico-pedagogici (educatori) e i detenuti dicono che per loro è difficile parlare con un educatore”.
“Abbiamo parlato con alcuni detenuti che erano nella biblioteca del nuovo padiglione, e ci hanno detto che ciò che più vorrebbero è il dialogo” ha aggiunto Negri. “Dialogo con le associazioni, con gli avvocati, con le istituzioni, con la magistratura di sorveglianza. Quella che si sviluppa in carcere è una fitta rete di relazioni e quando si parla delle condizioni del carcere non su parla solo dei detenuti ma anche di chi ci lavora”.
Alcuni problemi aggiuntivi sono sopraggiunti con la nuova circolare ministeriale del luglio scorso, che a Cremona è entrata a regime l’8 novembre, secondo cui “al momento non è più vigente il sistema di sorveglianza attiva, con le celle aperte”. Questo significa che “oggi i detenuti devono restare dentro le loro celle ed escono solo per svolgere le attività trattamentali, che sono parte fondamentale della vita in carcere. Ciò ha cambiato la prospettiva. E’ un sistema che da un lato serve per aumentare l’adesione alle attività, ma dall’altro, se queste non vi sono in numero sufficiente, può diventare un problema. Su questo tema abbiamo avuto feedback discordanti”.
A questo proposito, secondo la direttrice Padula, “alcuni detenuti lo trovano positivo perché non subiscono più le razzie in camera come capitava quando le celle erano aperte. Altri invece non hanno accettato di buon grado il nuovo regime”. Anche la direttrice comunque ha evidenziato che nella struttura i problemi non mancano, “come del resto in tutti gli istituti penitenziari italiani. A Cremona da giugno 2023 c’è stato un aumento di 100 detenuti, ma è un problema che si è registrato ovunque. Del resto, qui arrivano i detenuti degli istituti milanesi”.
Le problematiche principali, per la direttrice, “riguardano le carenze, soprattutto di operatori. Abbiamo a che fare con persone che hanno molte necessità e mancano operatori di area sicurezza, educativa, sanitaria, amministrativa. Avremo l’assunzione di 3 nuovi educatori tra marzo e aprile e sarà molto positivo, ma permangono molti deficit”.
Anche la Camera Penale di Cremona è molto attenta al tema, come ha sottolineato la presidente, Micol Parati. “Siamo in una situazione che non ci permette più di tergiversare. L’emergenza è tale per cui è necessario agire immediatamente”. Di qui le azioni di protesta che gli avvocati penalisti stanno portando avanti da settimane, tra cui l’ultima pochi giorni fa. “I suicidi in carcere hanno numeri allarmanti (basti pensare che da inizio 2024 sono già stati 20 in Italia). Noi avvocati penalisti siamo quelli con il contatto più diretto coi detenuti e abbiamo riscontrato una serie di problemi legati soprattutto alle carenze di personale. Non tutti riescono avere riscontri in tempi brevi quando chiedono qualcosa. E sarebbe anche necessario un sistema sanitario che intervenga in tempi rapidissimi. E’ nostro dovere porre accento sulla situazione e intervenire laddove possibile”.
Dello stesso avviso Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cremona: “Siamo invitati a vigilare sui principi di giustizia e verità nel sistema penitenziario. In 10 anni non è cambiato nulla, anzi le cose sono peggiorate. Abbiamo delle responsabilità e dobbiamo fare la nostra parte” ha detto.
Tuttavia, nella casa circondariale cremonese non mancano le cose positive, come ha evidenziato Ornella Bellezza: ci sono associazioni di volontariato che operano regolarmente nella struttura, con tantissimi e bellissimi progetti, e moltissime sono le realtà che ruotano attorno al carcere.
Ora forse qualcosa a livello istituzionale si sta muovendo, come ha sottolineato ancora l’associazione Nessuno Tocchi Caino. “Dopo tanti anni finalmente si è compreso quanto incida il sovraffollamento penitenziario sul trattamento di risocializzazione dei detenuti” ha sottolineato la presidente. “Ora, finalmente l’ufficio di Presidenza della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha deciso di incardinare l’iter della proposta di legge di Nessuno tocchi Caino, presentata da Roberto Giachetti di Italia Viva, volta a ridurre il sovraffollamento carcerario. La proposta prevede di aumentare i giorni di liberazione anticipata, già previsti dall’ordinamento penitenziario, da 45 a 75 per quei detenuti che in passato l’abbiano già ricevuta per il loro buon comportamento. Inoltre, la proposta di legge prevede la riforma organica dell’art 54 della legge 354/75 sulla liberazione anticipata con l’aumento per il futuro da 45 a 60 giorni con una semplificazione della procedura di concessione”.
Un primo passo importante, secondo l’associazione, che denota un interesse della politica per un tema che troppo a lungo è stato ignorato. Con la speranza che si possa riuscire a fermare il fenomeno del sovraffollamento, per il quale ogni anno la popolazione carceraria aumenta di 400 detenuti, con il rischio di arrivare a sforare i limiti massimi concessi, cosa che porterebbe anche a sanzioni da parte dell’Europa.
Laura Bosio