Economia

Manifattura, Cremona e la Lombardia
sorprendono tornando a crescere

Gian Domenico Auricchio

Qualche mese fa ci si attendeva un fine 2023 pesante dal punto di vista della congiuntura economica. Gli operatori non nascondevano i timori per il rischio di un altro trimestre negativo e di andare verso una recessione, e la guerra in Israele non aveva fatto altro che acuirli. Invece, la Lombardia ha saputo stupire tutti. A dirlo è il presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio, nel commentare i dati della produzione manifatturiera relativi all’ultimo trimestre 2023, che hanno visto il sistema lombardo con un segno positivo, sebbene di pochissimo, a dispetto del contesto internazionale.

“Il quarto trimestre 2023 è stato visto da tutti come un inversione di tendenza inaspettata, che porta in terreno positivo sia il dato congiunturale sia quello annuale”sostiene Auricchio. “E Cremona è il territorio con il risultato migliore a livello regionale”.

I dati sono stati presentati in mattinata a Palazzo Lombardia. Presenti, tra gli altri, anche il govenatore, Attilio Fontana, che a sua volta ha espresso parere positivo: “Il sistema lombardo si conferma più forte del contesto negativo internazionale” ha detto. “Le nostre imprese si stanno dimostrando ancora una volta capaci di resistere alle criticità dettate dagli scenari globali: come Regione siamo e saremo costantemente al loro fianco”.

I dati nell’ultimo trimestre del 2023 sono positivi con una crescita della produzione industriale (+0,4%) e artigiana (+0,7%). I rischi geopolitici che minacciano il flusso degli scambi commerciali internazionali con i recenti problemi legati al Canale di Suez, uniti al perdurare della crisi industriale tedesca e agli alti tassi d’interesse, al momento non sembrano minare pesantemente il comparto manifatturiero lombardo che, anche in questo caso, sta rispondendo con flessibilità alle ennesime influenze negative sovraregionali.

Grazie ai risultati di fine anno, il 2023 dunque può essere considerato un anno in positivo con una media annua in aumento rispetto al precedente, sia per l’industria (+0,2%) che per l’artigianato (+1,8%). Migliora anche il clima di fiducia caratterizzato però da incertezza, evidenziata dall’aumento delle quote di imprenditori che non si aspettano variazioni di rilievo per produzione, fatturato e ordini.

I SETTORI – Tra i settori più performanti nel 2023 quello dell’abbigliamento (+5,5% la media annua) i mezzi di trasporto (+5,4%), l’alimentare (+2,2%), la meccanica (+1,3%) e il pelli-calzature (+0,7%). Praticamente stazionari il legno-mobilio (+0,1%) e i minerali non metalliferi (-0,1%) legati perlopiù all’edilizia. In difficoltà invece il settore tessile -7,1%, la siderurgia (-4,8%), la carta-stampa (-3,0%), la gomma-plastica (-2,6%) e, meno intensamente, la chimica (-1,3%).

I PREZZI – Fortunatamente si registra un’attenuazione della dinamica di rialzo dei prezzi, sia per le materie prime che per i prodotti finiti, sebbene la tendenza non sia ancora in inversione. Grazie a flussi di ordini che non si sono interrotti, le giornate di produzione assicurata dal portafoglio restano ai massimi livelli.

I COMMENTI – “Influenze negative globali ci hanno rallentati ma non fermati. Grazie alle nostre imprese rimaniamo ottimisti” ha evidenziato l’assessore Guido Guidesi. “Noi facciamo tutto quello che dobbiamo fare; adesso la BCE abbassi i tassi di interesse e l’Europa torni a sostenere chi, come la Lombardia, produce”.

“Il dato saliente è rappresentato dal fatto che nel quarto trimestre 2023 la produzione manifatturiera ha recuperato in parte il rallentamento registrato nel trimestre estivo” ha aggiunto Auricchio. “Questo risultato, del tutto inaspettato alla luce degli effetti negativi di un quadro geopolitico critico, unito ad un avvio d’anno positivo ha consentito una crescita moderata sull’intero anno e ci lascia ben sperare per il 2024”.

“Nonostante l’andamento piatto di fine anno i dati economici lombardi del 2023 sono da considerare positivamente, in particolare per l’aumento del fatturato e degli ordini esteri” ha detto il presidente di Confindustria Lombardia, Francesco Buzzella. “Il 2024 si apre però con due minacce alla crescita: l’instabilità nel Mar Rosso e la crisi industriale della Germania. La Lombardia, infatti, è legata a doppio filo al sistema produttivo tedesco, sistema penalizzato, a favore di USA e Cina, dalla perdita delle fonti energetiche a basso costo e dalla maggiore spinta verso la decarbonizzazione del sistema industriale. Se non vuole seguire la parabola tedesca la Lombardia dovrà trovare una sua strada per la crescita, strada che inevitabilmente passa dalla diversificazione energetica e dal contrasto all’ideologia oggi dominante in UE che mira a deindustrializzare l’Europa”.

“L’artigianato fa registrare performance positive con segnali ancora incoraggianti soprattutto per il segmento 10-49 addetti” ha spiegato il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti. “La flessibilità è senza dubbio un elemento che contribuisce a spiegare la differenza rispetto alle prestazioni dell’industria, con una maggior duttilità delle piccole imprese ad adattarsi alle evoluzioni di mercato e agli scossoni degli scenari internazionali. Tale incertezza porta alla contrazione degli investimenti, che è l’elemento che più ci preoccupa, guardando al futuro, soprattutto in un’ottica d’integrazione di nuove soluzioni tecnologicamente avanzate. Naturalmente, i due universi, quello dell’industria e dell’artigianato, non possono essere scissi nella lunga catena delle forniture; pertanto, il nostro primo auspicio è che si torni a crescere con un certo vigore, sostenuti da un ritrovato equilibrio internazionale, della Germania in primis”. lb

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