Progetto Memoria, conferenza
con il prof.Tenca Montini al Torriani
La rete di scuole che aderisce al percorso “Essere Cittadini Europei”, con capofila l’Istituto Torriani, organizza giovedi 15 febbraio alle 11 presso l’Aula Magna dell’istituto di via Seminario, un incontro sulla complessa storia del confine orientale, per ricordare le vittime delle foibe e dell’esodo. Ospite il professor Federico Tenca Montini, ricercatore storico Università di Trieste, Teramo e Zagabria e per l’Istituto Regionale per la storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea nel Friuli Venezia Giulia.
È autore di vari contributi scientifici su riviste italiane ed estere, di una monografia sulla rappresentazione pubblica delle foibe e di vari articoli di disseminazione in italiano e croato. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’Università degli studi di Trieste e collabora con varie realtà appartenenti alla Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.
È membro del Consiglio direttivo dell’Irsrec Fvg – Istituto Regionale per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea nel Friuli Venezia Giulia (Trieste) e del comitato di redazione della rivista scientifica «Qualestoria».
Nel 2020 ha pubblicato con l’editrice “il Mulino” il libro La Jugoslavia e la questione di Trieste, 1945-1954.
Come scrive Ilde Bottoli, responsabile del progetto, “il 10 febbraio 1947 con la firma a Parigi del trattato di pace imposto ai Paesi alleati della Germania, si conclude il lungo periodo di trattative che erano iniziate a Londra l’11 settembre 1945. L’Italia, uscita sconfitta dalla guerra voluta da Mussolini, alleato di Hitler, fu costretta ad accettare le condizioni di pace imposte dalle potenze vincitrici. L’Italia perdeva tutte le colonie, l’Istria e le province sulla costa croata annesse nel 1919-1920: Fiume, Zara e Ragusa (Dubrovnik). A Trieste, contesa dalla Iugoslavia, si istituì un Territorio libero sotto controllo alleato. E Trieste verrà definitivamente annessa all’Italia solo nel 1954.
Il doloroso esodo degli italiani, iniziato nel 1944 a Zara, proseguì ancora a lungo nel dopoguerra e molti di loro approdarono anche nella nostra città, dove vennero istituiti dei campi profughi per accoglierli”.