Cronaca

Centro storico: in 10 anni sparito
il 30% dei negozi di vicinato

L'immobile ex Generali all'inizio di Corso Campi, cuore del commercio cittadino. Al piano terra potrebbe arrivare a breve una nuova attività, dopo tanti anni di abbandono

Sono passate dalle 404 del 2012 alle 281 di giugno 2023 le attività del commercio di vicinato in centro storico a Cremona; da 316 a 241 quelle situate fuori dal centro storico. Si tratta di una diminuzione del 30% nel primo caso; del 24% nel secondo.

Sono i dati che emergono dall’ultimo Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane redatto dall’Ufficio Studi di Confcommercio nazionale sui cambiamenti del commercio e delle imprese nelle città italiane negli ultimi dieci anni, con particolare riguardo ai centri storici. 

L’analisi riporta i dati aggiornati sull’evoluzione commerciale nelle città dal 2012 ad oggi e riguarda i dati dei 120 comuni medio grandi italiani (regione per regione), di cui 110 capoluoghi di provincia.  

“E’ un quadro estremamente preoccupante – commenta Andrea Badioni presidente Confocommercio Cremona-.  Nel corso dell’ultimo decennio, l’amministrazione ha investito molto sul concedere spazi di media e grande distribuzione e pochissimo o nulla su progettualità per il commercio di vicinato. Da un lato abbiamo un serbatoio di media e grande distribuzione che si riempie, dall’altro il serbatoio di commercio di vicinato che si svuota, e non c’è, ad oggi, un progetto di rilancio del commercio di vicinato.

Siamo spesso stati tranchant sulle licenze alla media e grande distribuzione semplicemente perché, di contro, non c’è un progetto equo per il commercio locale. Non servono soldi per il commercio locale ma servono idee e progetti che devono essere sviluppati in sinergia tra tutti i soggetti coinvolti dal problema. Uno dei grandi “errori”, ad esempio, è l’abbandono della nostra città: il non valorizzare il nostro meraviglioso salotto cittadino.

Si è preferito investire sul nuovo e all’esterno della città dimenticando le potenzialità e le bellezze del nostro centro. Auspico che gli amministratori prendano coscienza di questo problema e si possa progettare tutti assieme, ascoltandoci a vicenda, un reale progetto di rilancio del commercio locale: dal piano parcheggi ad una adeguata manutenzione del centro cittadino sino ad iniziative concrete per favorire l’insediamento, il passaggio generazionale e l’apertura di nuove realtà commerciali. Le sinergie possono essere molte ma vanno sviluppate e concretizzate con celerità per evitare un ulteriore peggioramento”.

Contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale deve essere uno degli obiettivi su cui investire immediatamente per salvare il futuro delle nostre città”, aggiunge Eugenio Marchesi, presidente di Botteghe del Centro – Confcommercio Provincia di Cremona. “Il trend negativo è in atto da qualche anno e peggiora sempre di più: occorre uno sforzo comune per riqualificare e rigenerare i centri urbani e sostenere le economie di prossimità.

C’è anche l’aspetto di un mercato che cambia, sicuramente internet sta cambiando le abitudini dei consumatori e alcuni articoli non si cercano più nei negozi, per cui le attività dovrebbero sempre più specializzarsi. I commercianti delle Botteghe del Centro, attraverso numerose iniziative e progetti di promozione del commercio cittadino, sono costantemente in prima linea compiendo uno sforzo corale per tutelare, promuovere e sostenere il settore, non solo come imprenditori ma anche come cittadini.

Un commercio vivo e presente è veicolo di benessere economico, moltiplicatore di opportunità di lavoro ma anche di relazioni di prossimità che alleviano la tensione sociale e generano senso di sicurezza e accoglienza”.

 LA SITUAZIONE IN ITALIA – Tra il 2012 e il 2023, in Italia, sono spariti oltre 111mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante; sono cresciute solo le attività di alloggio e ristorazione (+9.800). 

Secondo la rilevazione dall’Ufficio Studi di Confcommercio, realizzata, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, nei centri storici chiudono più negozi che nelle periferie, si riducono le attività tradizionali e aumentano i servizi: 

 I DATI NAZIONALI: Centri storici 2012-2023 

 Carburanti -40,7%; Libri e giocattoli -35,8%; Mobili, ferramenta -33,9%; Abbigliamento -25,5%; Alloggio +42%; Farmacie +12,4%; Computer-telefonia +11,8%; Ristorazione +2,3% 

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