"Lanche e morte del Po cremonese",
presentato libro di Groppali
Nella serata di martedì, in Sala Eventi di SpazioComune a Cremona, è stato presentato il libro “Lanche e morte del Po cremonese”, scritto dal professore Riccardo Groppali, biologo, ricercatore e docente universitario ed edito a cura di Fondazione Banca dell’Acqua, Amministrazione provinciale di Cremona e Rotary per il Po.
Il testo, che illustra i risultati di un’indagine condotta con sopralluoghi diretti in tutte le zone umide lungo la sponda sinistra del Grande Fiume, che sono state cartografate, fotografate e oggetto di studio sulla loro evoluzione a partire dal Catasto Teresiano del 1723, contiene anche un allegato sull’avifauna della golena del Po Cremonese, forte di 273 specie (247 delle quali di recente segnalazione), e una bibliografia che elenca 73 opere riguardanti l’argomento.
Il professor Groppali ha spiegato che “la lunghezza complessiva delle zone umide del territorio cremonese è di 33 chilometri, cui possono esserne aggiunti altri 4 delle cave a lago, e per il 57% la loro origine è artificiale. La vicinanza di queste zone al corridoio ecologico primario costituito dal Po e la presenza dell’acqua sono elementi fondamentali della biodiversità dell’intera Pianura Padana, e per questo venivano utilizzate soprattutto per il prelievo di fauna. Tali aree sono tutte minacciate dall’abbassamento dell’alveo fluviale a valle dello sbarramento d’Isola Serafini, da bonifiche e dalla siccità, che si sta presentando con sempre maggior frequenza; inoltre, per loro evoluzione naturale, tendono a prosciugarsi, rendendo a volte necessari interventi di conservazione attiva”.
Dall’analisi raccolta nella pubblicazione emerge l’assenza d’acqua o la sua presenza solo temporanea nel 61% degli ambienti censiti. Una situazione critica che rende urgente operare, prima che sia troppo tardi, alla tutela di questi siti strategici per la ricchezza della vita del Po e della sua valle, con la consapevolezza, a seguito dell’istituzione della riserva della biosfera Po Grande da parte dell’Unesco, di dover affrontare anche una responsabilità internazionale.
“Tutelare la biodiversità attraverso la salvaguardia delle zone umide non è soltanto un’attività di grande responsabilità ambientale ma significa investire risorse per la loro tutela al fine di garantire la vita a tutti gli esseri viventi con una gestione attenta e responsabile delle risorse naturali”- ha commentato il presidente di Fondazione Banca dell’Acqua Angelo Mantovani, il quale ha proseguito motivando le ragioni del sostegno alla pubblicazione del libro. “Fondazione Banca dell’Acqua ha deciso di supportare chi, come il prof. Groppali, contribuisce con scienza e coscienza a studiare il patrimonio naturale dei territori rivieraschi del Po, analizzandone i problemi e le trasformazioni nel tempo”.
“Padania Acque pone grande attenzione e interesse all’organizzazione, promozione e sostegno di iniziative di sensibilizzazione socio-ambientale legate alla risorsa idrica e al ciclo idrico integrato, ha commentato l’Amministratore delegato Alessandro Lanfranchi. Abbiamo quindi accolto con favore la pubblicazione del libro che aiuta a far conoscere il valore dell’acqua in natura e l’importanza delle acque dolci per il nostro territorio, la Pianura Padana, bagnata e arricchita dal fiume Po, una ricchezza da preservare e valorizzare.
Il volume – ha concluso Lanfranchi – pone l’accento su un tema particolarmente caro alla nostra Società: la sostenibilità ambientale. Un pilastro dell’attività di gestione del Servizio Idrico Integrato, insieme alla sostenibilità economica e sociale, anch’essa perseguita da Fondazione Banca dell’Acqua, nata nel 2015 per volontà di Padania Acque con il coinvolgimento dei comuni della provincia, del terzo settore e delle aziende sociali della provincia, per offrire la possibilità agli utenti insolventi per morosità incolpevole di svolgere mansioni a rilevanza sociale da convertire in fornitura di acqua potabile in modo da garantire la continuità di erogazione del servizio”.