Cronaca

Morto a 93 anni il maestro Giorgio
Mori, decano dei pittori cremonesi

E’ morto oggi all’età di 93 anni Giorgio Mori, pittore conosciutissimo, un nome di rilievo nazionale apprezzato e celebrato per la qualità della sua arte, con al centro in particolar modo femminilità e natura, e per essere stato impegnato da sempre in una lunghissima serie di iniziative culturali rivolte alla città di Cremona. Nel 2018 aveva festeggiato i 70 anni di attività con la mostra personale “Experience – Una vita in un giorno” allestita a Santa Maria della Pietà. Lascia nel dolore i tre figli Andrea, Laura e Luca e il fratello Bruno.

Nato a Padova nel 1930 ma trasferitosi fin da bambino a Cremona, città d’origine dei genitori, ha iniziato a dipingere precocemente. Ha frequentato l’istituto Paolo Toschi a Parma e si è diplomato Maestro d’arte, per poi conseguire l’abilitazione all’insegnamento delle discipline artistiche che lo ha impegnato dal 1955 al 1999 quale docente, affiancato alla docenza di disegno e figura dal vero nei corsi del gruppo artistico Leonardo dal 1960 al 2008 e l’esercizio della pittura che lo ha visto sin dalla fine degli anni Quaranta inserirsi con successo nel circuito nazionale delle mostre di maggior prestigio.

Dopo la prima mostra personale del 1947, Mori è entrato a far parte del club S. Erasmo a Milano tra i cui maestri figurano Spilimbergo, Funi, Vernizzi e Moro che sulla sua pittura hanno esercitato una influenza innovativa, indirizzandola verso il Chiarismo.

Tra le mostre significative si ricordano a partire dagli anni Cinquanta la Biennale di Arte Sacra a Milano, il Premio Suzzara, le Biennali di Ancona, Bologna, Milano e Roma, il Premio Europeo dei Murales a Trapani, la partecipazione alla mostra in omaggio di Monteverdi a Cremona, Mantova e Venezia, cui si aggiungono oltre cinquanta mostre personali non solo a Cremona, ma anche a Cuneo, Fidenza, Mantova, Milano Modena, Novara, Piacenza, Reggio Emilia, Verona, Vicenza e all’estero.

Sue opere figurano in musei quali: Galleria Ricci Oddi (Piacenza), Fondazione Città di Cremona, Collezione Cassa Risparmio Parma e Piacenza.

Ha scritto di lui il critico d’arte Tiziana Cordani: “La poetica dell’artista ha fondamento nel sentimento e nella intimità di un rapporto diretto con il soggetto. Siano le ballerine, le maternità, le modelle o le donne al lavoro la femminilità è sempre al centro dell’attenzione non già solo in quanto espressione carnale, bensì come rappresentazione visiva di un rapporto spirituale privilegiato con il mondo.

La natura nella sua struggente e caduca bellezza è dall’artista contemplata in malinconiche o gioiose riflessioni sia ad olio che ad acquarello intessute di pastosi o liquidi toni cangianti nella luce tersa e mobile che crea una dinamica aggraziata di chiaroscuri. Sode e limpide le vedute e abili gli scorci di cascine e luoghi che rendono la campagna attorno al Po un luogo di magiche e riposte narrazioni”.

Sara Pizzorni

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