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Caso Grillo, Capasso resta alla guida della Procura

(Adnkronos) – Il Procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, resterà per altri 4 anni alla guida della piccola Procura della Gallura. La conferma dell’incarico è arrivata dal Consiglio superiore della magistratura. Sarà, quindi, ancora Capasso a rappresentare l’accusa nel processo a carico di Ciro Grillo, il figlio del fondatore del M5S Beppe Grillo, e dei suoi tre amici, accusati di violenza sessuale di gruppo. “Vorrei precisare che io sono il Procuratore di Tempio Pausania e non del processo Grillo…”, dice Gregorio Capasso in una intervista all’Adnkronos. “L’ufficio del Pm è impersonale anche se sarebbe opportuno, ove possibile, che i processi fossero seguiti dai Pm che li hanno istruiti. Dunque, non parliamo di singoli processi”. La giustizia, soprattutto in questi giorni, è un tema particolarmente caldo. Molte riforme sono state fatte e altre sono in cantiere. Si parla anche di incentivi economici per i magistrati più efficienti per smaltire l’arretrato, in ossequio agli obbiettivi del Pnrr. Ma Capasso che idea si è fatto? “E’ una tematica complessa e da inquadrare in un contesto più ampio. Fermo restando che tutti, magistrati compresi, hanno il diritto di esprimersi su questioni di carattere generale, ritengo che il magistrato, dovendo applicare le leggi, non possa che prenderne atto, eventualmente azionando gli strumenti tecnici che ha a disposizione laddove la legge si presti ad interpretazioni diverse in riferimento alle fonti normative superiori. Naturalmente gli organi istituzionali e rappresentativi della magistratura possono interloquire, nelle forme previste, per offrire il proprio contributo tecnico su proposte o disegni di legge”.  

“Un tempo si diceva che la cultura e la civiltà di un Paese si misurasse su tre grandi temi: Giustizia, Sanità e Istruzione. Personalmente, ritengo sia giusto anzi indispensabile, in un Paese moderno e civile, “esigere” efficienza e tempestività nella risposta giudiziaria alle istanze dei cittadini e della collettività ma è evidente, e lo dico da magistrato con 35 anni di esperienza e soprattutto da Procuratore, che ciò non può prescindere da una corretta e adeguata valutazione delle risorse di cui si dispone in relazione al territorio, ai carichi di lavoro e ai “flussi” dell’ufficio giudiziario di riferimento”, spiega Gregorio Capasso. Per il Procuratore capo di Tempio Pausania “una corretta “mappatura” degli uffici giudiziari è indispensabile per individuare le risorse necessarie per ogni ufficio e consentire agli operatori del comparto giustizia di svolgere il proprio lavoro nelle migliori condizioni possibili”. ” 

Dunque, e per rispondere alla sua domanda, mi attrae maggiormente avere a disposizione risorse tali da garantire una adeguata, celere ed efficiente risposta alle istanze di giustizia piuttosto che incentivi di carattere economico, ma è una mia opinione”. 

E la Procura di Tempio Pausania di quali risorse dispone rispetto al territorio di competenza e ai carichi di lavoro? “Il nostro Ufficio copre un territorio ampio, importante e bellissimo, tra i più belli d’Italia, “il Nordest della Sardegna”, che comprende il meraviglioso entroterra tempiese, ricco di percorsi e bellezze naturali, meta di turisti anche di provenienza internazionale ma anche, e soprattutto, un lungo, suggestivo ed importante tratto costiero, tutelato dal Parco Nazionale di La Maddalena e da due diverse aree marine protette, Tavolara e Capo Testa – Punta Falcone, che attraversa la Costa Smeralda, la Costa Corallina, la Costa Paradiso, Porto Taverna e l’Arcipelago della Maddalena”. “La Gallura è l’unico territorio della Sardegna in cui si registra un costante incremento demografico. Basti pensare che per i 3 scali portuali presenti nel nostro territorio (Olbia, Golfo Aranci, e S. Teresa di Gallura che è un porto internazionale) e per i due scali aereoportuali (Olbia), sono transitati, nell’anno 2022, circa 7 milioni di persone (dati ufficiali). Il porto di Olbia, infatti, è tra i primi porti turistici d’Italia per movimento passeggeri. In un particolare periodo dell’anno (maggio-settembre) si registra uno straordinario incremento di presenze sul territorio, determinato essenzialmente da una popolazione turistica, anche di alto livello sociale, di provenienza nazionale ed internazionale”.  

“Tale massiccia presenza ha determinato e determina ingenti investimenti mobiliari ed immobiliari, la realizzazione di importanti attività produttive (ristoranti, chioschi, bar, discoteche…) e la realizzazione di prestigiosi complessi turistico – alberghieri”. “Tante persone, tanti investimenti, tanti interessi e tanto denaro… e dove c’è tanto denaro…- dice ancora Capasso – Mi viene in mente quella famosa frase espressa da Chi ha rappresentato per tanti di noi un esempio, un insostituibile punto di riferimento e che è parte della nostra storia e della nostra memoria. Senza entrare nello specifico mi limito a dare un’idea della complessa realtà criminale del territorio: Il comparto “Edilizia” è tra i più attivi in Italia tant’è che gli (ingenti) investimenti immobiliari non sono andati in crisi neppure nel “periodo Covid”, con tutto ciò che ne consegue in riferimento ai reati in materia urbanistica e ambientale (e ai connessi reati contro la P.A.) e alle complesse attività investigative in tema di riciclaggio di capitali illeciti e di reati finanziari e fiscali”. 

“E visto che abbiamo parlato di transito di milioni di persone nel territorio, per quanto riguarda i reati “comuni”, segnalo, tra gli altri, il traffico di droga che ha comportato sequestri per ingenti quantitativi di stupefacente, in particolare cocaina, arrivati dal continente negli scali portuali di Olbia, Golfo Aranci e S. Teresa; in una specifica operazione è stato sequestrato al porto di Olbia un quantitativo di 28 Kg di cocaina facente parte di una partita più ampia di ben 100 Kg”. “E a proposito di tempestività richiesta dal legislatore nelle indagini per alcuni reati, sul delicato fronte del “Codice Rosso”, nell’ultimo biennio “giudiziario”, abbiamo iscritto ben 380 procedimenti a carico di noti…”, sottolinea ancora il Procuratore Gregorio Capasso. “Il nostro ufficio ha spesso lavorato in condizioni difficili tanto da essere dichiarato dal Consiglio Superiore della Magistratura “sede disagiata e a copertura necessaria” e devo dire che il Consiglio stesso e la Procura Generale di Cagliari, con il benestare del Ministero, ci hanno sistematicamente supportato con applicazioni di magistrati; il nostro Ministero ha anche finanziato alcuni interventi urgenti sull’immobile sede dell’ufficio. Tuttavia, per fornire risposte celeri ed efficaci anche in considerazione delle recenti innovazioni legislative e della digitalizzazione del processo penale è necessario disporre di un team “adeguato” di magistrati e di personale amministrativo”.  

“Ad ottobre scorso abbiamo avuto L’Ispezione Ministeriale che ha verificato il lavoro e la situazione dell’ufficio dell’ultimo quadriennio – dice – Devo dire che gli Ispettori, con grande spirito di collaborazione, hanno offerto il proprio contributo per migliorare la gestione di alcuni servizi ma hanno anche constatato “con mano” che il nostro ufficio, seppur di “piccole dimensioni”, deve gestire affari e numeri qualitativamente e quantitativamente “sproporzionati” rispetto alle risorse di cui attualmente dispone e in particolare agli organici del personale e dei magistrati”. 

“Infatti, nel periodo ispezionato, la Procura di Tempio ha potuto disporre mediamente di 4 e a volte 5 sostituti procuratori giovanissimi e di prima nomina, di 3 o in alcuni periodi al massimo 4 magistrati onorari, con un personale amministrativo in servizio, a fronte di un organico di 21 unità, di soli 12 impiegati che, con enormi sacrifici, hanno svolto (e svolgono) anche il lavoro degli “assenti” e anche mansioni che non gli sono proprie; e, soprattutto, senza figure dirigenziali tant’è che svolgo io personalmente le funzioni di dirigente amministrativo (e datore di lavoro…)”. “Anche la sezione di Polizia Giudiziaria è di sole 10 unità a fronte delle 14 di cui dovrebbero essere dotata la pianta organica”, lamenta ancora il Procuratore. 

“Per far fronte alle molteplici incombenze e ai servizi essenziali dell’ufficio, ci siamo adoperati con le cosiddette “buone prassi” e con il personale “esterno” in convenzione (e a tempo determinato). Con queste risorse, nell’ultimo anno giudiziario (01.07.2022/30.06.2023), il carico di lavoro complessivo gravante sulla Procura di Tempio, sommando i pendenti e i sopravvenuti nel periodo, è stato di oltre 7500 per i soli procedimenti iscritti a carico di “noti” e oltre 4.500 per i procedimenti a carico di ignoti; poi ci sono le udienze: quelle penali sono almeno 74 al mese (escluse le straordinarie quali quelle di Corte di Assise, incidenti probatori da Codice Rosso, processi di particolare rilevanza…) e poi ci sono i turni di reperibilità esterna che impegnano a rotazione i giovani magistrati dell’ufficio 24 ore al giorno per un’intera settimana…”. Insomma, grandi numeri. “Se infatti analizziamo il carico di lavoro e lo dividiamo per i magistrati in servizio si ricava agevolmente il “peso” che grava sui singoli magistrati e, in generale, su tutto il personale dell’ufficio – dice – E ci tengo a precisare che la enorme pressione sui pochi e giovani magistrati in servizio a Tempio non è, ovviamente, solo una questione di numeri in quanto coinvolge anche l’aspetto qualitativo del carico di lavoro e dei procedimenti da gestire di cui ho fatto cenno nella sintetica analisi della complessa realtà criminale del territorio”. “Dunque il grande sforzo in cui sono impegnati tutti gli organi istituzionali e il nostro Ministero per rendere moderno ed efficiente il sistema giustizia deve necessariamente tener conto delle risorse di cui concretamente possono disporre gli uffici giudiziari e sono convinto che l’impegno del Ministero, sulla scorta dell’attività di monitoraggio che sta svolgendo il Consiglio Superiore, sarà rivolto anche ad un adeguamento delle vecchie piante organiche dei magistrati e soprattutto del personale amministrativo e della polizia giudiziaria, calibrate sulle esigenze dei territori e sui “flussi”. (di Elvira Terranova) 

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