Cronaca

Cardaminopsis, Confesercenti
alza gli scudi: "Forti perplessità"

L'area in cui dovrebbe sorgere l'insediamento

Si torna a parlare del progetto di Cardaminopsis Srl, che prevede un nuovo maxi insediamento commerciale che dovrebbe sorgere tra la Paullese, via Picenengo e via Sesto, su una superficie 60mila metri quadrati di area su cui si potrà costruire per un totale di 28mila, metà per il commerciale (in cui si dovrebbe insediare il marchio Tosano), il resto per l’artigianato. Dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso l’incompatibilità dell’insediamento commerciale richiesto rispetto agli strumenti urbanistici adottati dal Comune di Cremona, il mondo del commercio cittadino torna a far sentire la propria voce.

E’ Confesercenti Cremona ad alzare gli scudi, esprimendo “forti perplessità per quanto riguarda l’impatto sulla rete distributiva locale, che deriverebbe da una eventuale autorizzazione della grande struttura di vendita”. Per questo l’associazione ha scritto alla Conferenza dei servizi una lettera, in cui spiega le ragioni di contrarietà all’opera.

“Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Regionale del Commercio della Lombardia, le superfici di grandi e medie strutture di vendita in provincia di Cremona (329.227 mq in totale) risultano già oggi ampiamente superiori a quella complessiva degli esercizi di vicinato (199.138 mq)” sottolinea l’associazione in una nota. “Inoltre, se teniamo conto della presumibile maggiore produttività al mq dei centri commerciali, lo squilibrio tra le diverse forme distributive diviene ancora più consistente”.

La nuova struttura di vendita, per Confesercenti, “eserciterebbe la propria influenza su un ampio territorio, peraltro già fortemente caratterizzato da grandi strutture di vendita, nel quale si registra una preoccupante difficoltà per il mantenimento di un servizio di prossimità adeguato. In alcune realtà comunali minori si parla di un vero e proprio fenomeno di desertificazione commerciale”.

La crisi del commercio. Non è tutto. “Va inoltre considerato che l’intera provincia di Cremona sta manifestando segni evidenti di crisi nella struttura commerciale” si legge ancora nel documento. “I recentissimi dati pubblicati dall’Osservatorio Regionale del Commercio relativi all’attuale presenza di esercizi commerciali di vicinato in provincia di Cremona, dichiarano nel primo semestre dell’anno 2023 (dati al 30 giugno 2023) la presenza di 3296 attività, contro i 3470 presenti nel 2020. Sono stati sufficienti solo 3 anni per perdere ben 174 attività commerciali di prossimità nella nostra provincia. Ciò accade quando centri commerciali già autorizzati non hanno ancora iniziato l’attività. L’impatto, quindi, non potrà che avere conseguenze negative sulla rete distributiva sia nel Comune di Cremona, sia di quelli circostanti”.

Gli aspetti problematici. Entrando più nel dettaglio, sono numerosi gli aspetti che porterebbero a un impatto negativo, per Confesercenti. “In primis sull’occupazione, dal momento che a Cremona operano numerosi esercizi commerciali sia di vicinato, sia medie strutture, ed è nota la maggiore produttività per addetto ottenuta dai centri commerciali. Per effetto dell’espansione delle grandi strutture di vendita, gli occupati negli esercizi al dettaglio in Lombardia (dipendenti + indipendenti) negli ultimi anni hanno avuto una sensibile contrazione. E’ facile prevedere che gli effetti occupazionali non potranno che essere negativi”.

E ancora, sui luoghi urbani: “La grande dimensione e la localizzazione esterna al centro storico di questa grande struttura può generare una polarizzazione a scapito delle attività collocate in zona più centrale (peraltro a Cremona fuori dal centro sono presenti altri importanti insediamenti commerciali). Con il Distretto urbano (Duc) del Comune di Cremona si è giustamente cercato di migliorare la qualità urbana attraverso il rilancio della presenza degli esercizi commerciali nei centri storici, obiettivo pienamente condiviso da Confesercenti.

Ciò ha assorbito un grande impegno da parte della Regione, anche dal punto di vista finanziario negli anni pregressi. Insediamenti quali il centro commerciale richiesto rischiano di vanificare gli sforzi compiuti e risultano del tutto incoerenti con le misure in tal senso adottate”.

Sulla viabilità e sull’ambiente, per l’associazione “la criticità della viabilità nella zona è fonte di costanti preoccupazioni e in questo contesto si inserisce l’ennesima struttura di forte richiamo di veicoli privati. Anche chi oggi si rivolge, spesso a piedi, agli esercizi di prossimità sarà incentivato a recarsi con il proprio mezzo nelle grandi strutture commerciali. È peraltro in corso una revisione della viabilità dell’intera area, partendo dall’ampliamento di via Picenengo (dove pure i residenti temono un forte impatto viabilistico) e via Castelleone, già interessata da un traffico viabilistico molto pesante. C’è inoltre il rischio che una nuova grande struttura di vendita renda necessari ulteriori interventi infrastrutturali per conservare livelli di servizio della viabilità accettabili, senza i quali l’attivazione di un nuovo insediamento commerciale appare improponibile. L’insieme di questi fattori rischia di creare ulteriori barriere all’accesso al centro storico cittadino.

Confesercenti rimane comunque convinta che non si potranno mai introdurre miglioramenti reali alla viabilità ed alle condizioni ambientali incrementando il traffico veicolare” conclude la nota.

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