Cronaca

Matrimonio combinato: "Mio
marito mi ha tolto la libertà"

A processo per maltrattamenti e violenza sessuale
un indiano residente a Cremona

Non poteva vestirsi all’italiana come voleva lei, doveva mangiare ciò che le diceva il marito, non poteva avere amicizie, le era vietato uscire ed era obbligata a soddisfare le richieste sessuali del marito.

L’uomo, 46 anni, indiano, è finito a processo per maltrattamenti e violenza sessuale sulla moglie, lei 30 anni, sposati con un matrimonio combinato in India.

L’avvocato Pisati

La coppia era venuta a vivere a Cremona nel 2018, e per la donna era cominciato un incubo. Non c’era in aula, oggi, la presunta vittima, che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Elena Pisati. Ora vive in India a casa dei suoi genitori ed ha potuto ricongiungersi con la figlia, che è sempre rimasta in Patria, ma dovrà tornare in Italia a testimoniare al processo. L’imputato, invece, continua a vivere a Cremona. Oggi non era presente ed è difeso dall’avvocato Caterina Pacifici.

Secondo l’accusa, lui, molto geloso e con frequenti accessi d’ira, le avrebbe urlato contro per ogni suo comportamento a lui non gradito, obbligandola a vestirsi in un determinato modo, in particolare con abiti larghi. Urlava quando lei preparava pietanze che a lui non piacevano e la ostacolava nello stringere amicizie, specialmente con i colleghi di lavoro. La donna, che è laureata, nell’ultimo periodo del loro matrimonio era riuscita a trovarsi un lavoro in una cooperativa. Il marito l’avrebbe anche minacciata di morte: nella notte tra il 23 e il 24 giugno del 2022 le avrebbe detto che avrebbe assoldato qualcuno in India per far uccidere la loro bambina. E l’avrebbe costretta in plurime occasioni ad avere rapporti sessuali con lui: “Non è un crimine”, le avrebbe detto. Tu sei mia moglie e io ti amo”.

“Mio marito mi ha tolto la libertà”, aveva fatto mettere a verbale la donna nella querela sporta contro il coniuge.

“Lo sentivo urlare in lingua indiana, e allora andavo a bussare alla porta”, ha raccontato la vicina di casa. “Smettila, continuavo a dirgli, altrimenti qui ci scappa il morto”. “Lei è una ragazza giovane”, ha raccontato in aula la vicina, che più volte aveva raccolto le confidenze della presunta vittima. “Voleva lavorare, uscire con le amiche, e invece il marito voleva che stesse a casa. Lui era violento, aggressivo, e verbalmente la portava fuori di testa, lei aveva molta paura. Lei mi ha anche raccontato di quando lui l’aveva buttata sul letto e violentata. Ora lei è in India, dove c’è la sua bambina. Il marito si era sempre opposto al ricongiungimento. Ma a lei è dispiaciuto lasciare l’Italia”.

La presunta vittima sarà a Cremona il prossimo 17 settembre per testimoniare al processo contro il marito.

Sara Pizzorni

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