Cronaca

Il Piano per i servizi abitativi
pubblici e sociali è ormai realtà

L’assemblea dei 48 sindaci dei Comuni che fanno parte dell’Ambito Territoriale Sociale Cremonese ha approvato il Piano Operativo Annuale 2024 che si inserisce all’interno del Piano Triennale e serve al suo aggiornamento, inoltre funge da base per l’apertura dei bandi pubblici per l’assegnazione degli alloggi.

L’ufficio alloggi del Comune di Cremona e Azienda Sociale Cremonese, per conto dei 48 comuni che compongono l’Ambito Territoriale Sociale, insieme ad Aler, per ciò che riguarda il patrimonio abitativo di competenza, sono i soggetti che insieme l’hanno costruito ed elaborato nelle scorse settimane.

Il Piano è frutto di un percorso nato nel 2016, ossia da quando Regione Lombardia ha previsto un sistema unitario di offerta dei servizi abitativi, integrato con il Piano Sociale di Zona, con la gestione associata dell’assegnazione del patrimonio disponibile e criteri di assegnazione in gran parte nuovi.

L’Ambito Sociale Cremonese, oggi, lavora sulla base di un patrimonio complessivo di circa 4.000 alloggi (di cui 2.400 di proprietà di Aler e 1.600 alloggi comunali). Il Piano 2024, in particolare, prevede bandi pubblici di ambito per l’assegnazione di circa 190 alloggi (un centinaio di proprietà Aler e 90 alloggi di proprietà comunale, distribuiti fra tutti i Comuni).

L’obiettivo di fondo è quello di lavorare per la crescente integrazione fra politiche abitative e politiche sociali (lavoro, anziani, disabilità, povertà, scuola), verso obiettivi comuni di sviluppo sociale del territorio e del welfare locale.

In questi anni anche nel cremonese il tema della casa e il tema dell’abitare hanno assunto ormai una nuova centralità: coinvolgono infatti fasce di famiglie che sino ad oggi non avevano manifestato questo bisogno, rendendole vulnerabili ed in difficoltà a garantirsi l’accesso e il mantenimento di un’abitazione.

Sono aumentate le famiglie “fragili”, in difficoltà a mantenere un’abitazione e a sostenere le spese dell’affitto.

L’emergenza sanitaria e l’evoluzione del mercato del lavoro non hanno fatto altro che aumentare il divario tra ricchi e poveri facendo scivolare molte famiglie in uno stato di “disagio abitativo”.

Ad influire su questa nuova “povertà abitativa” hanno inciso pesantemente: l’impennata dei prezzi e dell’inflazione, l’aumento dei costi delle case e degli affitti, non proporzionale agli aumenti del reddito, e la carenza di strutture abitative a basso costo.

Per lungo tempo queste situazioni sono state chiamate “emergenza  abitativa”: ma ormai siamo arrivati a parlare di “povertà abitativa”.

In aiuto a queste situazioni di disagio interviene, come già negli anni precedenti, Regione Lombardia con misure mirate ad aiutare le situazioni più complicate, come ad esempio: il “Contributo di solidarietà” (dgr 298/2023), il “Fondo morosità incolpevole” (dgr 1001/2023), aiuto a famiglie in difficoltà nel pagamento del canone per la perdita o la riduzione del reddito, la “Misura unica per l’affitto” (dgr 1001/2023), sostegno a famiglie in affitto sul mercato, in condizioni di fragilità economica, la “Misura complementare” (dgr 6970/2022), misura sperimentale in corso di valutazione. Tutte le misure sono erogate tramite avviso pubblico dopo il quale vengono stilate le conseguenti graduatorie.

Il direttore di Azienda Sociale Cremonese, Graziano Pirotta, sottolinea come sia emersa la proposta di un incontro sull’argomento tra il Comitato dei Sindaci e il Direttore di Aler, affinché si possano condividere le varie informazioni e migliorare le proposte tramite il confronto tra le parti coinvolte.

Il presidente di Azienda Sociale Cremonese, Giuseppe Tadioli, commenta: “Siamo ancora agli inizi. Il sistema prevede nuove capacità di integrare concretamente le politiche di sostegno e di intervento. Ma, come sempre, l’importante è cominciare. E cominciare bene”.

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