Cronaca

Appropriazione indebita di opere
d'arte. Mediatore a processo

La "Divina Commedia" della Galleria Marciana di Venezia

Un mediatore d’affari nel campo nell’arte contemporanea, il cremasco Antonio Caldara, 62 anni, è finito a processo per appropriazione indebita aggravata di alcune opere d’arte che il proprietario, Sergio Alberici, 79 anni, di Viadana, appassionato di arte pittorica e arte libraria sacra, gli aveva affidato affinchè fossero venute: si parla di un volume di raccolta di figure sacre e profane miniate di intarsi in oro “Ghisleri” con copertina in tessuto della casa editrice Cosimo Panini; un volume intitolato “Libro d’oro della Vergine Maria, raccolta di immagini sacre della Madonna”; un volume della “Divina Commedia”, copia dell’edizione originale conservata nella Galleria Marciana di Venezia; un dipinto originale firmato, tecnica mista su carta, autore Bernardo Siciliano, dimensione 77×57, senza titolo; un dipinto originale firmato, tecnica olio su tela, autore Giovanni Frangi, senza titolo. Opere del valore complessivo di 28.500 euro e di cui il proprietario non ha più saputo nulla.

L’avvocato Priori

Nell’accordo di consegna in conto vendita era stato concordato il termine del 31 dicembre del 2017, concordando anche la restituzione, qualora non fossero stati trovati acquirenti, nel termine del 31 ottobre del 2018. Non ricevendo più notizie, Alberici aveva più volte contattato l’imputato che prima lo avrebbe rassicurato, sostenendo che le opere erano state affidate ad una persona di sua fiducia per essere vendute in Germania.

Il primo dicembre del 2018 Alberici era tornato a chiedere la restituzione dei propri beni, ma non ha mai riavuto le sue opere d’arte, nè si è mai visto corrispondere il prezzo di vendita.

La denuncia era stata sporta il 19 febbraio del 2019.

L’imputato è assistito dall’avvocato Pietro Passoni, mentre Alberici si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Guido Priori.

Oggi il procacciatore d’affari si è difeso, spiegando di aver “ceduto le opere a Giorgio Dell’Era”, trasferitosi a Lodi e in seguito deceduto. “Della morte l’ho saputo dai suoi figli”, ha riferito Caldara, che aveva partecipato al funerale, sostenendo di non aver chiesto nulla ai figli perchè non era il momento giusto. “Se sapessi dove sono questi quadri, li ritirerei subito”

Il giudice ha lasciato tempo alle parti per definire un possibile accordo. Si torna in aula il prossimo 25 marzo.

Sara Pizzorni

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