Cronaca

Malaria, come prevenire
l'infezione quando si viaggia

La dotteressa Antonella Laiolo

Sono una decina i casi di malaria segnalati dall’Asst di Cremona durante l’anno 2023. Tra questi, anche la tragica vicenda di Lorenzo Pagliari, morto nei giorni scorsi all’età di 38 anni per l’infezione. Come tutelarsi da rischi di questo tipo? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Antonella Laiolo, responsabile del servizio vaccinale dell’Asst di Cremona.

“Il consiglio che noi diamo, in previsione di un viaggio all’estero, è di contattare il portale regionale Prenota Salute per prenotare una seduta di medicina dei viaggi, dove viene valutato il soggetto, le sue caratteristiche cliniche, la destinazione e la tipologia di viaggio” sottolinea Laiolo. “A parità di luogo di destinazione. a seconda di dove si alloggia e delle caratteristiche del soggiorno cambia il tipo di profilassi. Una volta stilato il profilo, si stila un piano di profilassi personalizzato. che può essere di tipo vaccinale, comportamentale, o farmacologico”.

Nella fattispecie, per la malaria si ricorre è una profilassi farmacologica. “Ci sono delle indicazioni specifiche a seconda della durata del viaggio. In caso di permanente lunghe, sopra i 6-12 mesi, c’è un approccio diverso, che è lo stesso adottato dalla popolazione residente, e che punta a curare l’infezione se si presenta. Per chi invece fa una classica vacanza, le indicazioni dipendono dall’endemia della malaria nel paese di destinazione”.

Si può in questo caso ricorrere a diverse tipologie di farmaco. “Di solito consigliamo l’antimalarico che viene meglio tollerato, che è quello di ultima generazione. Ma c’è chi preferisce prendere quello di vecchia generazione che è meno maneggevole ma ha un costo più accessibile” sottolinea ancora la dottoressa. “La profilassi va attuata prima, durante e anche dopo il viaggio. Inoltre lasciamo al viaggiatore un foglio con i consigli per ridurre la possibilità di essere punti, in quanto questo tipo di infezione si trasmette attraverso gli insetti vettori”.

Ovviamente è importante fare attenzione ai sintomi, che però nel caso della malatia sono subdoli: “Il sintomo che fa da campanello d’allarme è la febbre, che però è molto generico visto che è comune a diverse patologie. Questo rende la malaria una malattia piuttosto subdola. Il parasita si annida nei globuli rossi e resta latente anche nel fegato. Dunque è sempre bene fare attenzione laddove insorga una febbre dopo un viaggio in zone a rischio” conclude Laiolo.

Laura Bosio

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