Cronaca

Morte di Erion Bali, l'addio
della comunità albanese

Erion Bali

Un altare improvvisato, con una foto e alcuni lumini accesi. Intorno, un silenzio carico di commozione: così gli amici della comunità albanese, i clienti e i famigliari hanno ricordato, nel tardo pomeriggio di martedì, Erion Bali, radunati nel locale di cui era titolare, il bar osteria la Grigliata, in via Francesco Soldi.

La sua vita che si è spenta in una buia alba invernale. L’uomo tornava a casa dopo essere stato al ristorante per fare un po’ di pulizie di inizio anno, quando ha perso il controllo della sua auto, all’altezza della rotonda di San Felice, in via Mantova, finendo contro il guard rail. Per lui non c’è stato nulla da fare.

Erion, che aveva una moglie ed era padre di tre figli, l’ultimo dei quali di pochi mesi, aveva aperto l’attività insieme a un socio. Un nuovo inizio di cui era molto orgoglioso. Una persona che tutti ricordano come un grande lavoratore, entusiasta di questa nuova avventura professionale.

Viveva a Cremona da oltre 20 anni, ed era perfettamente integrato nel territorio. “L’ho sentito per l’ultima volta la mattina del 1 gennaio, al telefono, per scambiarci gli auguri reciproci di buon anno” racconta il fratello Ervis. “Eravamo molto legati, così come lo siamo tutti noi della comunità albanese. Erion era un fratello un po’ per tutti”. Giovedì alle 11, al cimitero di Cremona, si terranno le esequie. 

Laura Bosio

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