Cronaca

Morti sul lavoro, Cremona
ancora in fascia rossa

Con sei vittime dall’inizio dell’anno e un incidenza di 41,2 decessi per milione di occupati, il territorio Cremonese si attesta al 40esimo posto per i morti sul lavoro, nella classifica elaborata dall’osservatorio Vega su dati Inail. Numeri che sono decisamente superiori alla media nazionale e che fanno rientrare la nostra provincia in “fascia rossa”.

In tutto il paese, da inizio 2023, sono state quasi mille le vittime. I numeri, secondo l’osservatorio, parlano di una leggera diminuzione degli infortuni mortali rispetto al 2022, ma in effetti a diminuire del -21,5% sono gli infortuni mortali in itinere, mentre crescono ancora del 3,2% gli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro.

Guardando alle regioni, oIn zona rossa nei primi undici mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 32,3 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Molise, Puglia e Campania. In zona arancione: Calabria, Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. In zona gialla: Veneto, Emilia Romagna, Marche, Sardegna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Liguria. In zona bianca: Lazio, Toscana e Valle D’Aosta. Cremona va quindi in controtendenza rispetto al resto della regione: peggio, in Lombardia, è solo Brescia, che si colloca al 22esimo posto.

E oltre alla definizione del livello di sicurezza per ciascuna regione, l’Osservatorio individua anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità.

Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, ad esempio, il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (25,3 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 15,7).

Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancor più preoccupante tra i lavoratori più anziani; e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (132,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (56,5).

Intanto, anche gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a novembre, sono 142 su 745. Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani, gli stranieri, infatti, registrano 59,8 morti ogni milione di occupati, contro i 29,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

Nei primi undici mesi del 2023 è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 139. È seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggio (97), dalle Attività Manifatturiere (96) e dal Commercio (61). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (272 su un totale di 745).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a novembre 2023 sono 47, mentre 28 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 142, mentre sono 38 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il mercoledì risulta il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi undici mesi dell’anno (20,2%). lb

LA CLASSIFICA DELLE PROVINCE

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