Cronaca

A Sant'Agata l'ultimo
saluto a Mario Gnocchi

Una chiesa gremita di tanti familiari, amici e fedeli che si sono raccolti per dare l’estremo saluto al professor Mario Gnocchi, stimata figura di spicco del panorama culturale e religioso cremonese, deceduto lo scorso venerdì 22 dicembre all’età di 89 anni. Nella chiesa di Sant’Agata a Cremona si sono tenuti i funerali, presieduti dal vescovo emerito Dante Lanfranconi, che ha portato ai familiari il caloroso abbraccio del vescovo Antonio Napolioni, e i numerosi sacerdoti presenti. Tra i concelebranti don Irvano Maglia, parroco moderatore dell’Unità pastorale “Cittanova”, e don Federico Celini, incaricato diocesano per la Pastorale ecumenica e il dialogo interreligioso.

Presenti, in segno di fraterna comunione, anche alcuni rappresentanti delle chiese cristiane del territorio che con il professor Gnocchi hanno condiviso l’impegno ecumenico.

Mario Gnocchi è stato professore di Letteratura Italiana e Latino del liceo Classico Manin di Cremona, dove ha insegnato per 34 anni, dal 1961 fino al 1995, e si è distinto lungo tutta la sua vita per la fede e l’impegno ecclesiale dal Gruppo Laureati Cattolici di Cremona al Comitato di direzione della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo, passando per la passione ecumenica che ha coltivato e condiviso attraverso l’intensa attività con il Segretariato Attività Ecumeniche (Sae) di cui è stato presidente nazionale dal 2004 al 2012.

«Dio ci ama, Dio ama ogni uomo, e questo suo condividere la condizione umana non è solo un segno evidente, tangibile, concreto che ama ogni uomo, ma è anche il compimento di un disegno che Dio, fin dalla creazione, ha sull’uomo, perché ciascuno è chiamato a condividere la stessa beatitudine di Dio. Ecco, Dio ci ama – spiega monsignor Lafranconi nell’omelia –. Io mi sento di chiedere davanti al caro Mario: ma io ci credo veramente che Dio mi ama? Perché non c’è la possibilità di dire fede, che vuol dire fiducia, se non sai di essere amato! Se non crediamo con certezza che Dio ci ama, neanche la nostra fede sta in piedi».

Una fede consapevole e matura – ha quindi proseguito nella sua riflessione il vescovo emerito – offre un solido fondamento alla vita, come è stato per il professor Gnocchi: «Questa fede è alla base del cammino ecumenico che Mario ha così amato, per il quale ha così lavorato, ci ha messo l’anima e la sua intelligenza, il suo spirito. Il cammino ecumenico si basa su questo, nella condivisa certezza che Dio ci ama, tutti». Rivolgendosi poi ai familiari del defunto, il mons. Lafranconi ha sottolineato il ricordo «del professor Mario, ma anche del papà Mario, questo suo impegno educativo che non si accontentava di trasmettere, ma cercava di aprire le parti dell’intelligenza, la capacità della comprensione, cercava di suggerire i comportamenti coerenti, di guidare sulle strade giuste. Caro Mario – ha aggiunto rivolgendosi ad un amico – lasciaci la passione di questo compito educativo come l’hai vissuto tu, come l’hai inteso tu. Quanti ti ricordano per questo».

«Caro fratello Mario – ha quindi concluso la sua omelia – aiutaci a mantenere salda la nostra fede in questa certezza: che Dio ci ama, sempre, aiutaci a guardare il nostro prossimo, le persone con cui condividiamo la nostra vita quotidiana e conoscendo che ciascuno di essi è portatore della tua presenza. Ed è con questa certezza nel cuore che noi vogliamo continuare la nostra vita facendo tesoro anche della tua vita, anche del tuo insegnamento e del tuo esempio».

Al termine della celebrazione un momento di ricordo con i sentiti interventi del professor Simone Morandini vicepreside dell’Istituto di Studi ecumenici San Bernardino di Venezia e del figlio Giovanni.

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