Cronaca

Cremona onora il Piccio: in mostra
90 opere fino ad aprile

Il Museo Civico “Ala Ponzone” celebra i 150 anni dalla scomparsa di Giovanni Carnovali detto “Il Piccio” con la mostra Piccio su carta – Florilegio in contesto, mostra di disegni che ripercorrono la sua vita. Più di 90 opere in grado di mettere in luce la straordinaria capacità grafica che lo contraddistingueva. In esposizione saranno presenti, oltre alle opere già in possesso della Pinacoteca, la neo acquisita collezione Coggi, ancora inedita. A completare il percorso alcuni dipinti dell’artista e un gruppo di disegni di altri pittori dell’entourage del Piccio.

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La mostra, presentata questa mattina alla stampa dal Conservatore della Pinacoteca Mario Marubbi, sarà aperta al pubblico dal 20 dicembre 2023 sino a lunedì 1 aprile 2024, sarà visitabile tutti i giorni, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 17.

La mostra vuole essere un omaggio a Giovanni Carnovali detto “il Piccio” (Montegrino Valtravaglia, 29 settembre 1804 – Coltaro, 5 luglio 1873), tanto legato alle memorie civiche e al patrimonio culturale di Cremona, nell’anno in cui si compie il secolo e mezzo dalla sua scomparsa. Un’esposizione che ha il suo fulcro in un nucleo di 17 disegni inediti dell’artista acquisiti dal Museo Civico “Ala Ponzone” dagli eredi della collezione di Guido Coggi. Nella mostra questa serie di disegni viene declinata in sequenza cronologica, dando vita a una rete di sorprendenti rapporti estetici e filologici.

Lo studente di pittura Giovanni Carnovali aveva undici anni quando il suo professore Giuseppe Diotti, all’Accademia Carrara di Bergamo, gli diede da copiare un’antica incisione riproducente un brano della celebre processione cesarea di Andrea Mantegna oggi a Hampton Court. La rassegna, prevalentemente grafica, parte proprio da questa primizia scolastica per arrivare alle opere prodotte negli anni della maturità. Sono così accostati documenti dal vero (teste, figure, paesaggi), esemplari di “storia” preparatori di pitture sia profane sia devozionali, oppure derivazioni più o meno variate dai “capodopera” dell’umbratile maestro, collocati in chiese o nelle sale di case e palazzi della buona società lombarda.

Accompagnano le “carte” del Piccio, disposti in vetrine, fogli e piccoli dipinti della sua cerchia, fornendo elementi di ambientazione culturale e soprattutto chiavi utili al riconoscimento delle mani di fronte al fenomeno del “piccismo” perdurato ancora dopo la scomparsa del protagonista.

All’antologia grafica, fanno infine da corollario undici capolavori su tela dell’artista, riuniti allo scopo di collegare a ogni passaggio tecnico del processo figurativo i peculiari valori di forma e di contenuto. Ancora, per cogliere intero, nell’immediato, il significato della straordinaria poetica elaborata dal “piccolo” disceso dai boschi di Montegrino all’inizio dell’Ottocento.

“Questa piccola mostra dedicata al Piccio rappresenta non solo un momento doveroso di omaggio alla figura del grande pittore lombardo nel 150esimo anniversario della sua scomparsa, ma un’occasione importante di incremento del patrimonio pubblico della Pinacoteca ‘Ala Ponzone’. Dopo oltre venti anni finalmente riprendiamo una politica di acquisizione mirata ad ampliare le collezioni”, dichiara l’assessore alla Cultura Luca Burgazzi.

“La mostra del Piccio a Cremona è un piccolo gioiello. Giovanni Carnovali, detto “Il Piccio”, è uno dei più importanti pittori italiani dell’Ottocento, e questa mostra di disegni è un’occasione imperdibile per conoscerlo meglio. I disegni esposti sono di una bellezza unica, e testimoniano la straordinaria capacità grafica di questo artista che riesce a catturare il movimento e l’espressione dei sentimenti con una maestria incredibile. I soggetti dei disegni spaziano dai miti e dalla storia alle scene di genere, dai ritratti ai paesaggi. Insomma, Cremona, città di arte e cultura, cibo e natura, offre anche questa perla: vale davvero la pena venire a vedere e gustare la mostra del Piccio”, è il commento del sindaco Gianluca Galimberti.

La mostra ospita una sezione dedicata ad alcune delle personalità che vennero a trovarsi nell’orbita stretta di Giovanni Carnovali: il maestro Giuseppe Diotti, gli anziani amici Pietro Ronzoni e Bortolo Fumagalli, i compagni di scuola Enrico Scuri, Giacomo Trécourt, Francesco Coghetti, Giovanni Scaramuzza, nonché gli ammiratori più giovani, come Emilio Fuzier o Giovanni Bergamaschi. In sostanza, le voci di spicco della cultura artistica del tempo.

In questa cerchia, si evidenzia anche la componente dell’imitazione, con i nomi di Giuseppe Giorgi, Giuseppe Carsana, Francesco Corbari e di diversi altri. In questo gruppo di artisti, di fatto, ha origine il “piccismo”, fenomeno di stile che ha finito con l’intorbidare lo stesso lascito del grande innovatore lombardo.

Il conteggio dei disegni autografi di Giovanni Carnovali, di fronte alla mole di attribuzioni finora offerta da giacimenti pubblici e privati (parallelamente a quanto si constata quando si affronti la catalogazione generale dei dipinti), impone in primo luogo il riconoscimento e lo scorporo delle imitazioni.

Nel nutrito corpo di imitazioni emergono, per numero e particolare insidiosità, quelle dovute a Corbari. Per la formazione di un paradigma stilistico di Corbari, limitato alla stagione della più intensa frequentazione dei due (1869-1873), viene proposto in mostra un congruo numero di dipinti e di disegni che, sul piano stilistico, sono saldabili tra loro e con le rare unità firmate o documentate.

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