Cronaca

Comune, Bilancio: in 10 anni
debito diminuito del 30%

Approvato il documento contabile previsionale per il triennio 2024 - 2026. Su ogni cremonese "pesa" un'esposizione di 396 euro, nel 2014 erano 562.
Tutte le imposterestano invariate.

foto Sessa

Si è conclusa oggi  pomeriggio, dopo una doppia seduta in sala consigliare, la maratona del Bilancio di previsione 2024 -2026 del Comune di Cremona, il cui iter era iniziato il 4 dicembre con la presentazione da parte dell’assessore al Bilancio Maurizio Manzi (guarda QUI l’intervista di Silvia Galli).

Il documento, elaborato secondo gli schemi del Bilancio armonizzato, si assesta su entrata e spesa per 191.530.989,55 nel 2024, per euro 148.161.520,12 nel 2025, per euro 134.647.587,04 nel 2026.

Per il 2024 sono previste spese correnti complessive per 98,2 milioni, di cui quasi la metà per spese obbligatorie; le spese per investimenti assommano invece a 45,2 milioni nel 2024, 17,1 nel 2025 e 6,9 nel 2026 per un totale nel triennio pari a 69,2 milioni.

Gli investimenti in opere pubbliche vedranno una spesa di 14,7 milioni di euro.

Sempre l’anno prossimo sono previste entrate per 3,7 milioni dal recupero dell’evasione (quest’anno ne erano previsti 4,8): il risultato cumulato nei 10 anni sarà l’anno prossimo pari a 43,3 milioni di euro.

L’indebitamento è sceso del 30% in 10 anni, da 40 milioni del 2014 a 28 del 2024: questo significa un debito pro capite per ciascun cremonese passato da 562 a 396 euro.

Per quanto riguarda le entrate correnti, da qui al 2026 scendono i trasferimenti da altre amministrazioni: dai 28,2 milioni del 2023 ai 21,7 del 2026.

Approvati anche il Duc, documento unico di programmazione; la delibera di approvazione dell’addizionale comunale all’Irpef (confermata aliquota dello 0,8% ed senzione fino a 12mila euro di reddito); e la delibera relativa alle aliquote Imu, che non subiscono alcuna variazione rispetto all’anno scorso. L’aliquota ordinaria resta all’1,06% (10,6 per mille), come pure è invariato l’azzeramento dell’aliquota per gli immobili rurali ad uso strumentale; 0,6% (6,00 per mille) per le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 e relative pertinenze; 1,06% (10,6 per mille) alle aree fabbricabili; 1,06% (10,6 per mille) per le abitazioni non locate, negozi e botteghe non locati e unità immobiliari destinate alla media e grande struttura di vendita. gbiagi

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