Studentessa denuncia: "Colpita
all'inguine da un agente a Bologna"
Colpita con un calcio nelle parti intime da un poliziotto durante una protesta. È quanto denuncia Ilaria Cauzzi, cremonese, studentessa 26enne iscritta all’Università di Bologna, che lo scorso 6 dicembre aveva partecipato alla manifestazione organizzata nel capoluogo emiliano dal Collettivo universitario autonomo contro gli sgomberi di due occupazioni.
“Un agente mi ha dato un calcio in mezzo alle gambe quando sono scoppiati gli scontri con la polizia”, ha raccontato la giovane diffondendo anche un video sul suo profilo social nel quale mostra gli ematomi causati dai calci. Assistita dall’avvocato Marina Prosperi ha deciso di sporgere denuncia per violenza sessuale.
Una giornata di caos e tafferugli, con forti tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine, soprattutto quando la polizia ha eseguito il primo provvedimento di sequestro del palazzo di proprietà dell’Ausl. Nella confusione generale sono iniziate a volare uova, bottiglie, rifiuti di ogni genere tirati fuori dai cassonetti. Gli scontri poi si sono spostati nel centro della città. Ed è proprio lì, in via Irnerio, dove Ilaria sarebbe stata colpita.
“Io ero in fondo a un corteo”, ha raccontato. “E’ scoppiato un parapiglia e ho visto un agente puntarmi e colpire le mie parti intime. Un calcio mirato. Credo che sia stato intenzionale darmi un calcio in mezzo alle gambe, per rimettermi al mio posto. Non parliamo di persone che non sanno come e dove colpire, ma di persone addestrate a colpire e che hanno scelto di colpire precisamente in un punto. Quello che è accaduto quel giorno è inaudito e scellerato. Le problematiche sociali vengono gestite come questioni di ordine pubblico, militarmente e in modo machista”.
Su quel gesto, ora la procura è chiamata a fare chiarezza.
Alle parole forti della cremonese è arrivata la replica del sindacato di polizia: “Sono estremamente pesanti le parole utilizzate dalla manifestante”, ha commentato Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato, “visto che ha parlato anche di machismo nel gestire la manifestazione, di patriarcato, e addirittura di un sistema in cui la polizia dovrebbe proteggere e non lo fa. Il tema è delicato e merita attenzione”. Il sindacalista, però, precisa che “quando gli agenti devono tentare di contenere un’azione non consentita ai manifestanti è scontato che avvenga un corpo a corpo, senza che un poliziotto si metta a prendere la mira per affermare la sua superiorità di maschio. Questo non dovrebbe accadere, perché non siamo buttafuori da strada. Ma attaccare un tutore dell’ordine è reato e chi manifesta dovrebbe farlo pacificamente”.
Sul fatto interviene oggi Lapo Pasquetti, segretario di Sinistra Italiana e capogruppo in Comune: “Condanniamo con fermezza il vile sopruso poliziesco connotato da violenza inaudita, impari e sessista e torniamo con forza a pretendere che le forze di polizia siano tenute ad esporre un codice identificativo, come avviene già in molti paesi europei.
Ma questo governo di destra, ha imboccato da tempo la strada della repressione contro studenti che protestano, contro i lavoratori che scioperano, contro chi manifesta per il clima e per l’ambiente e in genere contro chi lotta per una vita migliore, mostrando con la repressione la propria incapacità ad affrontare e risolvere con gli strumenti della politica le emergenze sociali sempre più impellenti.
Il disegno di legge per il salario minimo è stato affossato in Parlamento dalle forze politiche che sostengono il governo, la legge che ha introdotto anche in Italia il reato di tortura è oggi sotto attacco con due disegni di legge in discussione in Senato per modificare o abrogare il reato stesso introdotto dopo i fatti di Genova.
Si introducono nuovi reati contro il dissenso, si inaspriscono le pene contro chi protesta, si precettano i lavoratori in sciopero.
Sinistra Italiana, attraverso la deputata Ilaria Cucchi, ha presentato un’interrogazione parlamentare per fare luce sul fatto di Bologna e individuare e punire il responsabile.
Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza alla giovane studentessa cremonese auspicando che si arrivi al più presto alla punizione del responsabile della brutale aggressione”.