Cronaca

Chi è Alfredo Zenucchi, reo
confesso dell'omicidio della moglie

L'edicola di Bonemerse gestita da Alfredo e Rossella

Intercettato dai Carabinieri in Lunigiana, dopo una breve fuga, avrebbe detto loro: “Sparatemi e la facciamo finita”. Alfredo Zenucchi, il 57enne cremonese reo confesso dell’omicidio della moglie, Rossella Cominotti, trovata senza vita e con la gola tagliata in una camera d’albergo, aveva in programma di morire a sua volta dopo aver ucciso la donna, ma non ne ha avuto il coraggio. O almeno, così ha raccontato.

Ma chi era quest’uomo? L’aspetto un po’ trasandato, con capelli e barba lunghi, gli occhialo tondi, le sue camice di jeans. Dal suo passato, emerge una situazione difficile: il 57enne aveva avuto problemi di tossicodipendenza, aveva trascorso una periodo in comunità, si era disintossicato e riabilitato, anche grazie all’inserimento lavorativo in una cooperativa del territoio, in cui faceva l’operaio e il facchino. Come ricordano i suoi ex colleghi, una persona corretta, tranquilla, mai aggressiva, con un basso profilo, che svolgeva bene il proprio lavoro. Vi era rimasto fino a cinque anni fa.

All’edicola di Bonemerse è approdato all’inizio di gennaio del 2023, per subentrare alla storica gestione. Una nuova avventura, da affrontare insieme alla compagna, Rossella, divenuta sua moglie tre mesi dopo, a marzo.

Come ricorda il sindaco, Luca Ferrarini, che ha conosciuto Zenucchi alla fine del 2022 e che era suo cliente abituale, “era una persona molto gentile, cortese con i clienti e gentile con la moglie, sebbene desse l’impressione di avere avuto alle spalle una vita travagliata. Lui non ha mai dato segni di intemperanze dal punto di vista comportamentale. Il nostro Comune è a pochi metri dall’edicola e se ci fossero stati litigi o urla li avremmo sentiti”. La percezione, tuttavia, era che “entrambi fossero un po’ improvvisati in questa attività”. Infatti, l’edicola non aveva fruttato quanto i due probabilmente speravano, tanto che si erano creati debiti. E sarebbe stata proprio una situazione finanziaria compromessa a spingere la coppia a sparire dal Cremonese, dopo aver affisso un foglio, probabilmente scritto da lei, in cui dicevano che l’edicola sarebbe stata chiusa per motivi familiari.

Molti vedendo quel cartello si sono fatti domande in paese: la tesi più probabile, come evidenzia il sindaco, è che si trattasse di “una fuga decisa da entrambi”. “Noi, come amministrazione abbiamo fatto ben oltre ciò che era di nostra competenza, decidendo di cercare di capire dove fossero” continua il sindaco. “Abbiamo agito velocemente e con i mezzi improvvisati che abbiamo potuto mettere in campo”.

La domanda a cui rispondere ora è se davvero vi fosse un piano suicida da parte dei due. A confermare questa versione una lettera di addio, redatta con una calligrafia presumibilmente femminile, rinvenuta nella camera d’albergo. Tuttavia, vi sono degli elementi che danno adito a qualche sospetto. Come il fatto che durante il soggiorno nell’hotel Antica Locanda Luigina, nello Spezzino, dove i due sono approdati il 1 dicembre, lei sia rimasta sempre chiusa in camera, senza scendere neppure per andare a mangiare, dicendo di non sentirsi bene, mentre lui si vedeva spesso in giro. Poi, il giorno della sua partenza, lui è sceso in reception, dicendo che sarebbe andato ad accendere l’auto in attesa della moglie. Invece, è partito da solo, dando il via alla sua fuga. Poco dopo, il ritrovamento del corpo di Rossella, in un lago di sangue, nella camera di albergo.

Laura Bosio

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