Cronaca

Voltini, la condanna per estorsione
diventa definitiva: 4 anni e 6 mesi

Per Paolo Voltini, 51 anni, presidente di Coldiretti Cremona, è arrivata la sentenza definitiva. I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato la condanna inflitta un anno fa in Corte d’Appello a Brescia a 4 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione aggravata. La stessa pena inflitta il 5 novembre del 2021 dal gup di Cremona, che aveva disposto l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni e la sospensione da tutte le cariche per la durata di quattro anni e mezzo. Una pena accessoria che ora, con la sentenza della Suprema Corte, diventa esecutiva, compresa la carcerazione.

Ieri a Roma il procedimento è stato discusso. Nelle sue conclusioni, il procuratore generale aveva chiesto un nuovo processo davanti ad un’altra sezione della Corte d’Appello affinchè si valutasse, anzichè il reato di estorsione, quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Ma i giudici hanno accolto la tesi degli avvocati di parte civile che avevano chiesto la conferma della condanna.

Voltini, processato con il rito abbreviato, aveva “estorto le dimissioni di due dipendenti del Consorzio Agrario, Paolo Ferrari, 63 anni, di Casirate d’Adda, deceduto dopo la sentenza della corte d’appello di Brescia, ed Ersilio Colombo, venditore di mezzi agricoli, rispettivamente formalizzate il 17 giugno del 2015 e il primo luglio del 2015”. Confermati per loro i risarcimenti: 20mila euro a testa come provvisionale in favore di Colombo e della vedova e dei figli di Ferrari, assistiti dagli avvocati Luca Vinciguerra e Luigi Lupinacci.

Voltini, appena assunto l’incarico di presidente del Consorzio Agrario, aveva costretto i due dipendenti, che sarebbero stati a lui sgraditi in quanto assunti dalla precedente gestione, a sottoscrivere le proprie dimissioni sotto la minaccia di rovinare loro la carriera e di trascinarli in tribunale per un ipotetico buco di 800 mila euro causato alle casse del Consorzio Agrario. L’imputato aveva impedito fisicamente ai due dipendenti di uscire dalla stanza dove erano stati convocati e di usare il telefono cellulare per contattare il proprio legale. In questo modo li aveva costretti a firmare le proprie dimissioni, “violando i loro diritti relativi all’interruzione del rapporto di lavoro, così procurandosi l’ingiusto profitto consistito nel liberarsi illegittimamente di persone non gradite, senza pagare loro le indennità spettanti in base alle norme a tutela del lavoratore e senza risarcire o negoziare il danno provocato dagli improvvisi licenziamenti”.

Condanna definitiva anche per il coimputato Tullo Soregaroli, 50 anni, collaboratore di Voltini. Condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi, la pena gli era stata ridotta in Appello a 2 anni e 4 mesi. Ed ora è definitiva. Soregaroli doveva rispondere in concorso con il presidente in relazione alle “dimissioni” del solo Colombo.

Voltini era difeso dal professor Franco Coppi e dal professor Ciro Pellegrino, mentre Soregaroli dagli avvocati Francesca Coppi e Artemisia Lorusso.

Sara Pizzorni

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