Cronaca

"Un manipolatore ossessivo":
40enne denunciato dalle sue ex

E’ già stato condannato in primo grado per maltrattamenti nei confronti della sua ex moglie. Ora su un 40enne residente a Cremona pendono altri due procedimenti distinti per lo stesso reato che coinvolgono altre due donne, le compagne con cui l’uomo aveva avuto una relazione e che avrebbero subito maltrattamenti psicologici, economici e fisici.

L’avvocato Parati

Dopo la moglie, l’uomo aveva avuto una relazione durata tre anni, dal 2015 al 2018. Un rapporto ossessivo, secondo l’accusa, durante il quale lui avrebbe controllato la presunta vittima sia psicologicamente che economicamente. Quando la coppia era andata a convivere, il denaro che la donna aveva messo da parte per il suo futuro, sarebbe stato gestito interamente dall’imputato, che quotidianamente avrebbe denigrato la compagna, dicendole che non era capace di fare nulla, nè in casa e neppure al lavoro, l’avrebbe isolata dalla sua famiglia e controllata costantemente, tanto che addirittura avrebbe cronometrato il tempo in cui lei doveva far rientro a casa. Le aggressioni fisiche, invece, sarebbero state messe in atto solo verso la fine della relazione. Attualmente la presunta vittima, parte civile attraverso l’avvocato Micol Parati, è ospitata in una casa protetta. “Un uomo molto controllante, ossessivo”, ha detto il legale, che collabora con il centro antiviolenza di Crema. A marzo, nei confronti del 40enne, sarà emessa la sentenza.

Sempre nel marzo dell’anno prossimo sarà pronunciata la decisione anche nell’altro procedimento che vede imputato il 40enne, che non ha alcuna misura restrittiva. A denunciarlo era stata la compagna conosciuta nel 2019 e che da lui si era trasferita a convivere. “Mi faceva sentire una nullità, ero un’estranea in casa”, aveva raccontato lei, che è parte civile insieme alla figlia. “Mi diceva come dovevo vestirmi, cosa dovevo comprare per la spesa, e sulla gestione economica non avevo voce in capitolo”. Sempre per motivi legati alla gestione delle risorse economiche, lui le avrebbe urlato contro, le avrebbe sputato addosso, le avrebbe detto “schifosa”, strappandole la borsa di dosso, spingendola con violenza a terra, afferrandola per i capelli e prendendola a calci. Poi l’avrebbe condotta a forza in camera dove l’avrebbe buttata sul letto e avrebbe continuato a pestarla senza sosta.

Presunta vittima, anche la figlia di lei. “Le urlava contro, la sgridava”, aveva raccontato la donna, “diceva che mia figlia era una mongoloide, che aveva dei problemi e che le occorreva uno psicologo. Le dava del maiale perchè mangiava troppo, e diceva che non percependo alcun sostegno economico da parte del padre, anche lui non le avrebbe dato più da mangiare”.

Sara Pizzorni

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