Cronaca

Il 2 dicembre manifestazione
a sostegno dei lavoratori Prosus

Sabato 2 dicembre a Cremona si terrà una manifestazione a sostegno dei lavoratori del macello Prosus di Vescovato a cui ha aderito la Confederazione Unione Sindacale di Base Cremona Mantova “contro i licenziamenti, contro il sistema malato degli appalti, per il diritto di sciopero”.

Il concentramento della manifestazione è alle ore 15 al Foro Boario (parcheggio di via Mantova).

“Da ormai più di un mese”, spiega in una nota il sindacato, “i lavoratori del macello Prosus di Vescovato stanno portando avanti una fortissima lotta per difendere i propri posti di lavoro e la loro dignità: la proprietà, infatti, vuole vendere l’impianto e per rendere più appetibile l’affare ha deciso di licenziare decine di lavoratori. Ma i lavoratori del macello Prosus non si sono dati per sconfitti e hanno preso l’iniziativa, occupando l’impianto e salendo sulle giostre dove vengono appese le mezzene dei maiali durante la lavorazione.

In questo periodo la proprietà ha fatto di tutto per dissuaderli, stringendoli in un vero e proprio assedio e arrivando perfino attentare alla loro salute in una situazione già precaria. Solo grazie alla solidarietà delle comunità migranti e degli operai delle altre fabbriche del territorio, con reti attivate da Usb, si è riusciti a rompere l’assedio. Sabato 2 dicembre ci sarà una grande manifestazione a Cremona per difendere il diritto al lavoro degli operai in occupazione”.

Usb da anni porta avanti una importante vertenza nell’azienda cremonese, leader nella produzione del prosciutto crudo: “vogliamo che i lavoratori, inquadrati con il pessimo contratto multiservizi che prevede letteralmente paghe da fame, vengano inquadrati con il contratto dell’industria alimentare che rispetta la loro vera mansione. Dopo la vertenza, Usba ha ottenuto un’indennità mensile come anticipo ai lavoratori delle cooperative, fino a che non sarà applicato il contratto dell’alimentare. I lavoratori, in segno di protesta, erano entrati nello stabilimento con delle scope. La lotta ha portato ad internalizzare interi gruppi di lavoratori, tra cui tutti gli interinali che erano saliti sul tetto per costringere la proprietà ad assumerli direttamente: l’agenzia interinale, infatti, se ne era andata e loro rischiavano di rimanere per strada.

La scelta che è stata fatta è stata quella di mettersi sul mercato tagliando i posti di lavoro: un impianto che fa lo stesso lavoro ma con meno personale. E’ scattata la cassa integrazione per i dipendenti diretti che copre solo due terzi del loro normale stipendio, senza pagare alcun anticipo. Se non viene pagata la quota dovuta dall’Inps, lo stipendio scende fino ad un quarto. In questo modo, tra stipendi da fame e molti se ne sono andati.

Dal 17 di ottobre i lavoratori in appalto sono saliti sulle giostre. Da quel momento comincia l’assedio contro i lavoratori, viene staccata l’acqua calda, disattivati i distributori spalancate le celle frigorifere vuote al massimo della potenza per farli congelare, fino ad arrivare a staccare la luce. Veri e propri attentati alla salute di chi, invece, chiede soltanto di poter lavorare a condizioni decenti. L’Unione Sindacale di Base è al loro fianco: per il lavoro e la dignità non faremo un passo indietro”.

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