Cronaca

Emozione e rabbia, da piazza Roma
il grido contro il patriarcato

Qualche centinaio di uomini e donne, ragazze, madri e anche nonne, emozionati ma soprattutto arrabbiati per un sistema politico, sociale e culturale che non combatte ancora abbastanza il patriarcato. Insieme, hanno animato la manifestazione indetta in piazza Roma questo pomeriggio alle 18, un “presidio rumoroso” suggerito via social dalla sorella di Giulia Cecchettin, Elena.

L’appello dei vari interventi che si sono susseguiti davanti alla pagoda è quello di non stare in silenzio, di fare rumore: reale, come i fischietti e i coperchi sbattuti a intermittenza per sollecitare l’attenzione sulla violenza di genere e sulla violenza in generale; e simbolico, indirizzato alla società intera affinché gli uomini e le istituzioni facciano la loro parte per fare cadere modelli di comportamento che stimolano la sopraffazione.

Diverse realtà del territorio hanno deciso di mobilitarsi per unirsi  alla richiesta dell’adozione di misure reali – in primis i finanziamenti alle associazioni anti violenza-  che combattano alla radice la “piaga patriarcale del femminicidio”, come è stato ricordato in uno degli slogan, accanto a un altro, ripetuto più volte: “Lo stupratore non è malato, è il figlio sano del patriarcato”.

Nel nome di Giulia Cecchettin sono state ricordate le 106 vittime di femminicidio di quest’anno. Tra le associazioni presenti, Arcigay La Rocca: “Io ho fatto partire un ammonimento – ha detto la rappresentante dell’associazione – non ci ho dormito, ma spezzo una lancia a favore della questura di Cremona, dove sono stata accolta e aiutata”. Non sempre e non dovunque è così, la sottovalutazione di alcune denunce esiste, come emerge dai fatti di cronaca.

Molte altre associazioni hanno aderito all’appello di Elena: Aida Onlus Centro Antiviolenza, Circolo Arcipelago, Associazione Radicale Fabiano Antoniani, Comitato Cremona Pride, Giovani Democratici Cremona, Partito Socialista Italiano Cremona, Comitato Territoriale Arci Cremona, Critical Mass Cremona, Circolo Proletario Arci “Carlo Signorini”, OndaQueer, Cgil Cremona, Libera contro le Mafie, Sinistra Italiana provinciale, ReteDonne – Se non ora Quando?, Alac – Associazione Latinoamericana di Cremona, Partito Democratico Cremona.

Di “violenza patriarcale di genere” ha parlato poi Lorenzo, del collettivo Onda Queer. “La violenza – ha detto-  è uno dei meccanismi sociali per cui la donna è collocata in una posizione sociale subordinata. Occorre ripartire da educazione e formazione”.

Sono seguite varie testimonianze, di donne che hanno subito molestie o le hanno vissute attraverso i racconti delle loro amiche. ” Gli uomini a volte non sono consapevoli di stare agendo molestie”, ha raccontato una ragazza, narrando di un fatto personale accadutole a Madrid, di notte ma in una zona di pubblico passaggio, accanto a passanti indifferenti. “Non è vero che tra moglie e marito non bisogna mettere un dito, bisogna metterlo eccome”, ha detto.

“Io  ho una richiesta da fare agli uomini:  informatevi, studiate e mettetevi in dubbio. Quando un amico vi racconta di una storia finita, chiedetegli di come è successo e chiedetegli se nella sua vita non ha mai molestato una donna. La consapevolezza ve la dovete dare voi stessi, non siamo noi che possiamo insegnarvela”. gb

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