Ambiente

Piano del verde: alberi lungo il ring
e "museo delle piante" in centro

Il parco del vecchio passeggio

Un “museo degli alberi del centro storico”, interventi specifici per restituire un po’ di verde alle strade che compongono il ring urbano ( la cerchia delle vecchie mura); implementazione di alberi anche lungo la tangenziale; nuovi boschi filtro e un “parco della cascine”. Sono alcune delle proposte di intervento che compongono il Piano Comunale del Verde presentato (con espressione di parere) oggi pomeriggio in commissione “Promozione della Città”, alla presenza dell’assessore Luca Zanacchi.

Sul tema si sono già svolti diversi incontri con la Consulta del verde e con la stessa commissione. La redazione è stata affidata a un raggruppamento di professionisti coordinati da Gianluca Ramo.

Il Piano del verde ha una dimensione strategica – hanno spiegato i progettisti – che propone una visione in orizzonte temporale lungo. Su di esso si dovranno sviluppare poi i progetti attuativi, oltre al monitoraggio e coordinamento delle opere di compensazione private.

Tra le indicazioni per il centro storico, viene proposta l’estensione del Museo degli Alberi,  attualmente esistente nel Parco del Vecchio Passeggio, anche negli altri parchi e giardini del centro: accanto a ogni albero verrà installata una targhetta con le principali informazioni botaniche che forniranno informazioni generali riguardanti la specie di appartenenza, l’origine, la diffusione eccetera. Tramite un QR Code sarà possibile collegarsi a una piattaforma dove saranno disponibili ulteriori approfondimenti e saranno possibilte localizzare altre essenze della medesima specie presenti nel contesto urbano.

In centro verrà posizionato un info-point dove saranno disponibili ulteriori informazioni di natura didattico-divulgativa in merito al patrimonio vegetale che caratterizza i parchi e giardini storici del centro urbano.

Un altro indirizzo riguarda il potenziamento delle aree alberate in tutti i parchi pubblici, lungo le strade del ring interno e della tangenziale (parkway).

Anche i boschi filtro dovranno essere potenziati: l’esempio migliore oggi è costituito dal bosco lungo via Erudano, che separa Tamoil dalla zona di cascina Moreni. Ne dovranno sorgere altri, intesi come “serbatoio di naturalità”: i boschi filtro sono rappresentati da opere di piantumazione su iniziativa pubblica in aree di proprietà pubblica (o privata, con sponsorizzazione) e da opere di piantumazione a carico di privati come compensazione alla realizzazione di impianti o
insediamenti produttivi.

Previsto poi il “parco delle cascine” che dovranno essere nuovamente centrali dal punto di vista della progettazione del territorio agricolo e della sua organizzazione, “in modo da ridare significato identitario centrale a tali complessi perché poi possano essere gli elementi per uno sviluppo futuro dell’intero territorio che parta dai valori che quello stesso territorio hanno costituito”, si legge nella reazione.

“Si ritiene utile  definire una gerarchia delle cascine, già individuate nel PGT, ma che avranno una nuova disciplina in relazione anche al loro contesto di appartenenza (economico, culturale e di servizi al cittadino).

Alcuni dei punti sui quali si potrà sviluppare la rete delle cascine possono essere:
• Incremento del turismo e Promozione economica del territorio anche attraverso, ad esempio, la realizzazione di fattorie didattiche;
• Miglioramento della fruibilità del territorio (realizzazione di segnaletica informativa ma non  solo) e promozione di forme di mobilità alternative ad esempio creando area ricreative di sosta (servizi) e prevedendo punti di scambio per la mobilità;
• Attività di marketing territoriale ad ampio raggio che preveda anche la valorizzazione delle specificità locali e Valorizzazione delle produzioni tipiche locali;
• Recupero del rapporto tra popolazione e ambito agricolo e delle cascine”

Non poteva mancare nel masterplan del Piano un riferimento al Parco del Po, area che include tutta l’area golenale “che va dalla campagna tra i due argini e dal bosco del Bosconello al canale di ingresso al porto fluviale, interessando tutti gli impianti sportivi, prima e dopo il ponte di Po e includendo come ambito di trasformazione a lungo periodo anche il comparto della raffineria e dei depositi.  Questo è un ambito con importanti valenze naturalistiche che presenta però forti discontinuità fisiche e funzionali”.

Obiettivo del Piano quindi è tutela e la valorizzazione di tutta l’area golenale in chiave paesaggistico-ambientale, unitamente
all’implementazione della fruibilità pubblica di tutto il “riverfront” come sistema permeabile di spazio pubblico attrezzato per la realizzazione del Parco fluviale Po; tutela e manutenzione forestale del bosco e delle aree golenali esistenti (Lanca del Bosconello, Lanca Livrini, spiaggione del Bosconello); inclusione, con la riconversione nel lungo periodo, del settore nord-ovest che completerà la connessione tra il sistema Po’ e l’ambito del porto fluviale.

Viene anche proposta la creazione di un “museo dell’acqua” che racconti la storia dell’interazione tra il territorio di Cremona (campagna e centro storico) e le acque (Fiume Po, colatori, navigli e rete idrografica minore), a carattere storico-culturale e scientifico-divulgativo. Il museo potrebbe essere strutturato sul modello degli ecomusei, con un centro visite ricavato dal recupero di una delle cascine in prossimità di un naviglio, e un sistema di itinerari lungo le vie d’acqua.

C’è poi un’area individuata come Green Belt, “un anello che costituisce una fascia di mediazione tra il centro storico e la campagna, passando per l’ambito periurbano. Tutti gli interventi riguardanti il potenziamento o l’introduzione delle aree boscate, il Ring, la Parkway, le aree verdi pubbliche e la loro connettività, sono prioritariamente localizzati in questa fascia, in modo che essa possa, nel tempo, costruirsi come grande anello a forte valenza paesaggistica ed ambientale che tiene insieme gli ambiti della campagna con quelli degli insediamenti”. gb

 

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