Cronaca

Premierato, Anpi: "Non aumenta
potere decisionale del popolo"

L’Anpi (Associazione nazionale partigiani) di Cremona aderisce all’ordine del giorno votato dal Comitato Nazionale ANPI che ribadisce la contrarietà ad ogni modifica della Costituzione che preveda l’elezione diretta del Capo dello Stato o del Governo.

“In ambedue i casi – recita l’odg – si altera l’equilibrio dei poteri previsto nella nostra Costituzione e, riducendo il ruolo e l’autorità del Parlamento, si modifica la forma di democrazia parlamentare attraverso cui si esercita, secondo l’art.1, la sovranità popolare. Se si altera il principio di rappresentanza, il potere del popolo diminuisce e non aumenta, come sostiene la Presidente Giorgia Meloni.
Il disegno di legge sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio, licenziato dal Consiglio dei Ministri, è confuso e in taluni punti contraddittorio; e non si tratta di una riforma leggera, come sostenuto dalla Ministra Casellati, ma di una profonda rivisitazione del nostro modello di democrazia, per i seguenti motivi.

Il Presidente della Repubblica perde la prerogativa politica di nominare il Presidente del Consiglio e di sciogliere le Camere; gli rimarrebbe solo un compito formale, dal momento che dovrebbe recepire l’esito dell’elezione e in Costituzione sarebbero definite rigidamente le procedure da seguire in caso di dimissioni o sfiducia del Presidente del Consiglio. Si prevede la possibilità di reincaricarlo, se dimissionario/sfiduciato, oppure di incaricare un deputato della maggioranza che lo aveva sostenuto, con l’obbligo di attuarne il programma di governo. Con dettato Costituzionale si impedirebbe al Parlamento ogni discussione sugli impegni politici del nuovo Governo.
E’ comunque evidente che, se il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento e il Presidente del Consiglio dei Ministri è sostenuto con voto popolare, si produce una differenza di rappresentanza ed autorevolezza che squilibra il rapporto tra le due figure.

La mancata indicazione di un limite temporale al mandato del Presidente del Consiglio costituisce un ulteriore elemento di preoccupazione.
Secondo il disegno di legge in discussione il Presidente del Consiglio ed i deputati sono eletti con un’unica lista e con un sistema che garantisca alla lista maggioritaria di avere il 55% dei componenti delle Camere senza prevedere una soglia minima di consensi per ottenere il premio di maggioranza. In questo modo il sistema elettorale maggioritario viene costituzionalizzato in nome della governabilità, nonostante l’esperienza dei passati Governi abbia dimostrato che non basta l’elezione con legge maggioritaria a garantire la stabilità del Governo. Quello che si otterrebbe sarebbe invece una riduzione della democrazia, la cui essenza sta proprio nella capacità di dare rappresentanza anche alle minoranze, e una più forte contrapposizione e radicalizzazione delle posizioni con maggiore divisione e instabilità del Paese. Il sistema elettorale proposto inoltre, rendendo i parlamentari strettamente dipendenti dalla sorte del Capo del Governo, diminuisce l’autonomia del Parlamento.
Il disegno di legge del Governo non aumenta il potere di scelta del popolo ma il potere decisionale del Presidente del Consiglio, senza prevedere adeguati contrappesi. L’estrema personalizzazione della politica illude gli elettori che l’accentramento del potere renda più efficace la democrazia mentre invece la nega. L’accentramento dei poteri produrrà una torsione autoritaria del nostro sistema di governo, in contraddizione con tutto l’orientamento costituzionale.

Il Comitato Nazionale ANPI esprime netta contrarietà al disegno di legge di riforma costituzionale; ritiene che la priorità del Paese non sia la riforma della Costituzione ma l’attenzione ai bisogni ed ai diritti dei cittadini messi in discussione dalla crisi economica e dal dilagare delle guerre, che producono aumento delle diseguaglianze e della povertà; ribadisce che la maniera migliore per dare più potere al popolo è quella di cambiare la legge elettorale per permettere ai cittadini di scegliere chi eleggere e vedere rappresentate le proprie idee e convinzioni.
Il Comitato Nazionale ANPI esprime un forte allarme perché, a cominciare dalle proposte di premierato e di autonomia differenziata, si intravede un disegno di ampia portata teso a scardinare dalle fondamenta la Costituzione del 1948, e perciò lancia una campagna a difesa della Costituzione e chiede a tutte le sezioni dell’ANPI di incrementare la mobilitazione unitariamente con le altre associazioni democratiche e antifasciste”.

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