Economia

D'Amato: "Europa autoreferenziale,
ha dimenticato la manifattura"

All'assemblea generale dell'Associazione industriali di Cremona gli interventi dell'esperto di geopolitica Dario Fabbri, del past president di Confindustria Antonio D'Amato e del presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci

Cabrini, Fabbri, D'Amato e Realacci

L’andamento dell’economia non può più prescindere dall’analisi della situazione geopolitica mondiale e per questo all’assemblea generale dell’Associazione degli industriali di Cremona è intervenuto anche Dario Fabbri, esperto di geopolitica. L’analisi di Fabbri si è concentrata soprattutto sulla grave situazione arabo-israeliana: “Ancora una volta la risposta dell’Europa è stata frammentata, perché l’Unione è costituita da paesi che hanno interessi divergenti”. Duro sull’Europa anche Antonio D’Amato, già presidente di Confindustria: “L’Unione europea è sempre più autoreferenziale, non ha una visione chiara sul suo futuro economico ed industriale, ha abdicato al proprio ruolo di pianificazione. La ricerca, lo sviluppo e l’innovazione – ha detto ancora l’imprenditore – vanno di pari passo con la manifattura e questo lo abbiamo dimenticato”.

 

 

Secondo Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, l’egoismo di alcuni paesi ha affossato il progetto europeo, che era basato su una costituzione poi bocciata. “Attenzione tuttavia – ha detto Realacci – a dire che occorre affidarsi solo alla scienza per le scelte europee, perché per le imprese potrebbero sorgere gravi criticità: occorre invece la buona politica, ossia una mediazione che tenga conto del contesto”.

La sfida della sostenibilità ambientale è sempre più al centro dell’agenda delle imprese, “anche perché chi non la coglie – ha aggiunto Realacci – danneggia la nostra economia”. Per quanto riguarda l’Italia, secondo il presidente della Fondazione Symbola è importante “riconoscere i nostri difetti ma anche i nostri punti di forza: se l’Acciaieria Arvedi fosse in Francia, dopo gli investimenti realizzati per la transizione ecologica, il presidente Macron inviterebbe a recarsi in azienda per vedere quale sarà il futuro, mentre da noi questi risultati importanti restano in parte nascosti”.

D’Amato ha sottolineato l’importanza di non dimenticare il collegamento tra sostenibilità ambientale e crescita economica: “Va fermata l’onda devastante dell’iper regolazione che sta investendo l’Europa; le imprese non investono non perché i tassi di interesse sono alti ma perché c’è incertezza normativa, c’è una confusione assoluta ed in definitiva manca un piano di crescita europeo”.

Non sono certo tempi facili, ha concluso Realacci, ma occorre comunque avere certezza dei propri mezzi per affrontare la sfida del tempo: “Frank Capra diceva che i dilettanti giocano per trascorrere il tempo e quando c’è il sole, mentre i professionisti giocano per vincere e quando infuria la tempesta: le tempeste non ci mancano, ma spero che in Italia ci siano tanti professionisti in grado di combattere e continuare il percorso della crescita”. g.lo.

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