Economia

Il calo delle imprese artigiane
impoverimento non solo economico

Il numero delle imprese lombarde è cresciuto negli ultimi cinque anni, ma quello degli artigiani, nello stesso periodo di tempo, è diminuito, anche a Cremona. Ne ha parlato Giovanni Bozzini, presidente della Cna Lombardia dopo essere stato al vertice dell’associazione artigiana in provincia di Cremona, nel corso del programma di approfondimento economico di Cremona 1 “Sviluppo & Territorio” (in onda il mercoledì sera alle ore 21).

Le cause sono molteplici, a partire dal minore ricorso ad alcune professioni artigiane tipiche dovuto ad un diverso approccio ai consumi e ai servizi da parte delle famiglie, per arrivare alla pressione fiscale e burocratica che grave maggiormente su chi è più piccolo e meno strutturato. Tuttavia, ci sono almeno altre due motivazioni rilevanti: la difficoltà nell’effettiva attuazione del passaggio generazionale al vertice dell’impresa e la carenza di manodopera. Le due criticità sono in realtà strettamente collegate e derivano, a loro volta, da una visione del lavoro che tende ad escludere, nei progetti delle famiglie, alcune tipologie di impiego perché considerate poco qualificanti. Ecco perché si fatica sempre più a trovare giovani che intendono avviare un percorso lavorativo per diventare, ad esempio, vetrai, tappezzieri, calzolai, idraulici, restauratori o anche liutai per parlare di una professione che ha fatto conoscere Cremona nel mondo.

Si tratta prevalentemente di un problema culturale. Alcuni lavori sono poco attrattivi non perché non garantiscano un reddito adeguato (anzi!), quanto piuttosto perché poco considerati a livello sociale, oppure perché comportano un impegno significativo in termini di tempi di lavoro, weekend da passare in bottega anziché in vacanza, costanza e dedizione nell’apprendimento e nell’aggiornamento professionale.

In questo senso, la riduzione delle imprese artigiane rappresenta un impoverimento non solo a livello economico ma anche per le comunità. Come invertire questa tendenza? Non sarà facile, anche perché ciascun genitore sogna di avere un figlio magistrato, ingegnere, medico e quindi difficilmente cambierà il vento. Alcune professioni sono destinate inoltre a sparire a causa del progresso tecnologico ma altre, che spesso confinano con l’arte, andrebbero tutelate e promosse, anche attraverso incentivi, perché rappresentano un patrimonio di conoscenza che non può essere abbandonato.

Guido Lombardi

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