A Sant’Imerio la messa per i 120
anni delle Suore Carmelitane
Sono passati 120 anni da quanto, nel 1903, le suore Carmelitane del Divin Cuore di Gesù, giunsero a Cremona, su richiesta dell’allora vescovo Geremia Bonomelli. L’anniversario, che ricorre il 1° novembre, è stato festeggiato con la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni nel pomeriggio di lunedì 30 ottobre nella chiesa parrocchiale di Sant’Imerio, naturalmente alla presenza della comunità religiosa che dal 1930 gestisce la struttura di via Altobello Melone, oggi riservata all’ospitalità degli anziani.
Insieme alla suore carmelitane (in città le religiose sono una decina) era presente la comunità parrocchiale, con il parroco don Antonio Bandirali, e la fraternità di Cremona del Movimento carmelitano dello Scapolare, una realtà – quella di questa associazione di fedeli laici rivestiti dello scapolare e appartenenti alla Famiglia Carmelitana – presente dal 1995 a Sant’Imerio, dove il legame con il carisma carmelitano risale però già agli inizi del 1612, quando la consacrazione della chiesa avvenne unitamente all’annesso convento dei Carmelitani scalzi (il primo insediamento dell’Ordine nella Provincia lombarda con i frati che rimasero in questo convento fino all’inizio del 1800).
Nella sua omelia il vescovo Napolioni ha sottolineato che «le sorelle Carmelitane del Cuore Divino di Gesù hanno intuito, grazie alla loro fondatrice, che è possibile vivere tutto l’amore di Dio in mezzo ai piccoli, con una passione e con una dedizione che modella e purifica il cuore». Chiaro il riferendosi alle origini dell’Ordine, con un’attenzione riservate in particolare ai più piccoli. Così è stato anche a Cremona. «Ora vivete questo amore soprattutto fra gli anziani – ha proseguito il Vescovo –. E mi piace sottolineare quello che il Papa ci ricorda: l’alleanza fra nonni e nipoti. L’inizio e la fine della vita: fra chi è debole perché è anziano e chi è debole perché ancora giovane».
Il Vescovo ha poi messo in guardia da un pericolo che si fa sempre più concreto nella società odierna: «C’è una grande paura che le nostre società invecchiate crescano nell’invidia e nella paura dei giovani, nell’odio verso le nuove generazioni. Si è inceppato un flusso vitale nelle nostre comunità, con il rischio di massacrare tanto i giovani come gli anziani. Accade spiritualmente: bambini troppo viziati o troppo stressati diventano adulti troppo in fretta e non si godono l’infanzia per davvero».
Monsignor Napolioni ha quindi ringraziato le suore Carmelitane: «Io vi ringrazio, la comunità vi ringrazia e vi benedice. Ma ha anche bisogno di imparare da voi. Per avere sempre le suore, i preti, gli educatori, occorre che la comunità si prenda cura della vita, faccia spazio al senso del dono, e non lasci che prendano spazio i nuovi cattivi pensieri. Che l’Eucaristia che stiamo celebrando ci corregga il cuore e lo riscatti».
Dopo la celebrazione, che ha visto l’esposizione di una reliquia della fondatrice, madre Anna Maria Teresa Tauscher van de Bosch, il Vescovo ha raggiunto la Casa S. Giuseppe e S. Lorenzo, in via Altobello Melone 33, per un momento di incontro con gli ospite e di festa per il 120° di presenza a Cremona delle suore Carmelitane del Divin Cuore di Gesù.