Cronaca

Parla l'aggressore della Galleria
"Io offeso con insulti razzisti"

Non ci sta a passare per criminale il 35enne italiano di origini sudamericane denunciato per lesioni dalla polizia di Cremona per l’aggressione avvenuta una settimana fa ai due coniugi cremonesi in Galleria XXV Aprile. L’uomo, che è assistito dall’avvocato Carlo Alquati, si è detto pentito dell’accaduto e per la sua reazione violenta, ma attraverso il suo legale, che ha visionato il filmato registrato da una telecamera, ha voluto fornire la sua versione dei fatti.

L’avvocato Carlo Alquati

Dal filmato si vede la coppia a braccetto che percorre il lato che affianca corso Cavour della Galleria. Ad un certo punto, all’altezza della vetrina dell’ex gelateria Grom, spunta il sudamericano in bicicletta. Non investe marito e moglie, ma sfreccia per qualche metro, e poi si blocca. Il cremonese lo rimprovera, gli dice “Complimenti!” e gli dà anche del “coglione”.

Il 35enne, che ha un lavoro in città, alle spalle una condanna per lesioni e con precedenti di polizia, sostiene di avergli chiesto scusa. Sempre dalle immagini, si vede il cremonese di 63 anni che si dirige verso di lui, fino a quando i due si ritrovano faccia a faccia e parte la colluttazione.

“Quell’uomo mi ha offeso con insulti razzisti”, ha raccontato il sudamericano tramite il suo avvocato. “E con i piedi è salito anche sulla mia bicicletta”. A quel punto il 35enne non ci avrebbe più visto, e ha colpito l’uomo con un pugno sul naso e spintonato la moglie, accorsa in aiuto del coniuge.

Marito e moglie, sentiti in Questura, hanno sostenuto che era stato il sudamericano a dare loro dei razzisti. “Proprio noi che non lo siamo affatto”, avevano detto subito dopo il colloquio con gli inquirenti. “C’è tanta maleducazione in giro”, aveva aggiunto la coppia, “e tanto senso di inciviltà che però nulla ha a che fare con il colore della pelle”.

Per quanto accaduto, il 35enne si è scusato, dicendo di aver agito con impulsività dopo essere stato insultato. “Ho sbagliato, ma sono stato accecato dalla rabbia e non ho ragionato”.

Sara Pizzorni

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