Cardaminopsis e logistica
via Sesto, timori a Picenengo
I residenti di Picenengo chiedono una pubblica presentazione da parte del Comune, dei due piani attuativi che spianano la strada alla trasformazione di altrettante aree verdi in piattaforme commerciali, artigianali e logistiche, in un contesto, quello tra via Sesto e la Paullese, già pesantemente cementificato.
Mercoledi 25 ottobre, presso l’oratorio della frazione, una ventina di residenti hanno partecipato alla riunione informativa indetta dai promotori delle osservazioni presentate in Comune da alcuni privati – tra cui il componente del comitato di quartiere Giovanni Lombardi – e da un gruppo di associazioni.
I due progetti all’ordine del giorno sono quello di Cardaminopsis, previsto tra Paullese – via Picenengo e via Sesto, 60mila metri quadrati di area su cui si potrà costruire per un totale di 28mila, metà per il commerciale, il resto per l’artigianato; e una nuova espansione per magazzini di logistica tra via Sesto, via Pietro Ferraroni e via delle Viole, al confine con Casanova del Morbasco, su un’area di 150mila mq, di cui ne verrebbe edificata la metà.
Il 17 agosto scorso erano scaduti i termini per osservazioni al primo progetto; a metà ottobre, quelli per la logistica e in entrambi i casi i residenti si sono mossi per tempo. Ora attendono che l’amministrazione comunale illustri pubblicamente i due progetti, questa la richiesta emersa alla fine dell’incontro.
Uno dei temi sollevati nelle osservazioni, oltre a quello prevalente del consumo di suolo e del traffico che verrà indotto, è infatti quello della partecipazione alle scelte dell’amministrazione, per quanto legittime, essendo in linea con le previsioni del Pgt: “si chiede – si legge in conclusione – nonostante probabilmente alcun obbligo informativo competesse al Comune, come mai non si sia valutato in alcun modo di informare, prima, e coinvolgere, poi, nel processo decisionale ed autorizzativo i gruppi di cittadinanza attiva nelle loro forme organizzate e i singoli portatori di interessi per dare risalto e ragione degli interessi delle parti e della complessità degli impatti e delle ricadute sul territorio e sulla popolazione.
Si chiede come sia possibile pretendere che un processo decisionale lungo un anno possa essere valutato dai proponenti, nella mole documentale prodotta e nel grado di approfondimento richiesto, in soli quindici giorni utili per la redazione di ragionate osservazioni. Si chiede inoltre come le osservazioni prodotte, della cui valutazione si avrà riscontro solo alla lettura della delibera definitiva di Giunta, non debbano dare origine ad un contradditorio e ad una profonda discussione riguardo al sentire pubblico in merito all’utilità e gli impatti che tali insediamenti produrranno e all’operato del decisore politico”.
La serata informativa era stata aperta da Enrico Platé, uno dei firmatari delle osservazioni insieme a Giovanni Lombardi, Marianna Bufano, Enrico Platè, Stefano Carlino, Luca Gabbioneta, Francesca Maffezzoni, Luca Marino Vicardi, Debora Marzi, Enrico Carlino, Pietro Carlino, Tommaso Carlino, Bassano Riboni (WWF Cremona), Marco Pezzoni (Stati Generali Clima Ambiente Salute), Carla Bellani (Comunità Laudato Si’ Cremona), Michele Arisi (Associazione CreaFuturo), Anna Lucia Maramotti (Italia Nostra – sezione cremonese).
Più volte il vicesindaco Andrea Virgilio, titolare dell’Urbanistica, è intervenuto sulle scelte del comune in ambito urbanistico, visto che tra l’altro è in corso la Variante al Pgt, che “si propone di togliere aree edificabili, propone una nuova analisi sul paesaggio dividendo la città in diverse celle, individuando per ciascuna il livello paesaggistico e quindi le possibilità di intervento in modo da portare i diversi contesti all’esame della Commissione Paesaggio; ridimensiona le metrature delle medie strutture di vendita”. Inoltre – questa l’impostazione dell’amministrazione – si sono stralciati gli ambiti di trasformazione residenziali, ma si è voluta preservare la possibilità di sviluppo per le attività produttive.
Dal 2014 al 2023, la superficie urbanizzabile del territorio cremonese è diminuita di 777.437 mq, passando da poco più di 1 milione 370mila mq previsti ai 593.322. E’ l’effetto della varie revisioni degli strumenti urbanistici adottati negli ultimi 10 anni, andati sempre più verso una riduzione del consumo di suolo, come del resto richiesto anche dalla legge regionale che ha fissato paletti indicativi: fino a -45% di consumo di suolo per gli ambiti residenziali entro il 2025, -20% per gli altri utilizzi.