Cronaca

Frode, smantellata associazione a
delinquere: indagati anche a Cremona

Ha riguardato anche il territorio cremonese l’operazione Tundra Baltica messa in atto nella mattinata di martedì dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Procura locale, che hanno dato esecuzione all’ordinanza con il quale il G.I.P., presso il Tribunale di Catanzaro, ha disposto l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di tredici soggetti (tre dei quali di nazionalità ucraina), sospettati di associazione per delinquere finalizzata all’evasione  dell’Iva attraverso l’utilizzo di una “frode carosello” con connotati transnazionali, di dichiarazioni fiscali fraudolente mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, di omessa dichiarazione e di omesso versamento di Iva.

Coinvolte le province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia, Crotone, Palermo e Cremona. Per tre soggetti sono stati disposti gli arresti domiciliari e il divieto di esercitare attività d’impresa per dodici mesi; per gli altri dieci indagati è stata prevista la misura interdittiva del divieto di esercitare attività d’impresa per dodici mesi.

I provvedimenti scaturiscono dalla complessa attività di indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/Gruppo Tutela dell’Economia della Guardia di Finanza di Catanzaro. Tali indagini hanno consentito di delineare la sussistenza di un’associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata all’evasione dell’Iva nel settore della commercializzazione del pellet attraverso la  realizzazione di una “frode carosello”.

Secondo quanto ricostruito, l’associazione si avvaleva di una società di diritto estone e di due società catanzaresi c.d. “filtro”, gestite, di fatto o di diritto, da un soggetto di nazionalità ucraina, queste ultime utilizzate come mere “cartiere” (soggetti senza reale struttura che si sottraggono ai debiti erariali), le quali emettevano fatture per operazioni oggettivamente e soggettivamente inesistenti utilizzate da 15 acquirenti (imprese individuali o società nazionali) aventi sede in Calabria, Sicilia e Lombardia.

Tra questi acquirenti, appunto, anche una Srl con sede a Cremona, in capo a due calabresi residenti e domiciliati a Cremona, che si occupa della commercializzazione del pellets, e che ha utilizzato le fatture fittizie per evadere l’Iva. L’escamotage utilizzato consentiva alle aziende di commercializzare il prodotto a prezzi ben inferiori a quelli di mercato: facendo una media nei 5 anni di attività, si parla di 209 euro a tonnellata, contro 240. Tali aziende, come previsto dal decreto legislativo n. 231/2001 sono soggette alla responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato.

Nell’ambito dell’operazione, è stata data esecuzione al sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini preliminari, di disponibilità finanziarie e beni per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro, quale profitto dei reati ipotizzati, e delle due società “cartiere” utilizzate dall’associazione.

Dal 2016 al 2021 sarebbe stata realizzata l’evasione dell’Iva per circa 3,5 milioni di euro e sarebbero state immesse sul mercato quasi 41 mila tonnellate (oltre 1500 container) di prodotto combustibile di alta qualità a prezzi altamente concorrenziali (risparmio medio del 16% a tonnellata), con danno sia per l’Erario che per gli imprenditori onesti. Il sequestro eseguito in data odierna fa seguito a quello già disposto d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Catanzaro ed eseguito dalle Fiamme Gialle il 16 marzo 2021 per 2,3 milioni di euro. Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

LaBos

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