Cronaca

Sanità pubblica regionale, presidio
di sindacati e associazioni

“La sanità lombarda deve cambiare”: questo lo slogan del presidio sindacale svoltosi nella mattinata di lunedì davanti all’ospedale, dove Cgil, Acli, Auser, Arci, Associazione 25 Aprile, Federconsumatori e Libera contro le Mafie hanno distribuito volantini e manifestato contro le scelte politiche di Regione Lombardia.

“Siamo qui perché Regione Lombardia non ci ha concesso il referendum che chiede la modifica di tre punti della legge regionale sulla sanità” spiega Maria Teresa Perin, segretaria della Fp Cgil di Cremona. Obiettivo dei referendum era di “avviare un percorso di rafforzamento della sanità pubblica”.

Ora i manifestanti chiedono conto dei problemi che ogni giorno affliggono la sanità territoriale: le liste diì’attesa, le rette delle Rsa, l’assenza di strutture di prossimità, la carenza di medici di base e lo smantellamento progressivo degli organismi di vigilanza sulla salute nei luoghi di lavoro. “Noi riteniamo che questo sia legato al fatto che la Regione punta in direzione del privato” continua Perin.

Il sindacato e gli altri manifestanti vogliono quindi portare avanti dieci proposte per una migliore sanità pubblica, tra cui la richiesta di attuare “un centro di prenotazione davvero unico, per tutte le strutture pubbliche e private accreditate, e accessibile a tutti”, ma anche la riduzione dei tempi d’attesa “attuando le norme esistenzi che garantiscono ai cittadini le prestazioni nei tempi prescritti, riducendo gradualmente le prestazioni in libera professione”. Si chiede poi di introdurre “una programmazione socio-sanitaria regionale” basata sull’analisi dei bisogni, nonché la ridefinizione dei criteri di accreditamento, e “l’attuazione di una vera integrazione tra ospedale e territorio”. E ancora, i sindacati chiedono di migliorare le condizioni lavorative degli operatori socio-sanitari,  la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità e la revisione delle regole di accreditamento delle Rsa, con garanzia di qualità di assistenza e di vita agli ospiti. Infine, la richiesta di potenziare “la filiera dei servizi domiciliari”.

“Da tempo siamo in campo per mettere in evidenza il problema della salute pubblica” commenta Bruno Tagliati, presidente della Acli di Cremona. “Dopo il Covid sono emerse tutte le criticità della sanità territoriale. E auspicavamo che le risorse del Pnrr fossero destinate proprio alla sanità, ma così non è stato. I cittadini devono essere ascoltati dalla Regione, che ancora oggi ha dimostrato un’assoluta distanza dai problemi della popolazione”.

Laura Bosio

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