Cronaca

Nicolò Fagioli indagato per
scommesse su portali illegali

L’ex centrocampista della Cremonese, Nicolò Fagioli, oggi in forza alla Juventus, è indagato dalla Procura di Torino: il suo nome compare in un’inchiesta su portali on-line illegali. Anche la procura federale lo segue. Se confermate le accuse, Fagioli potrebbe rischiare tre anni di stop.

Il piacentino classe 2001, cresciuto nel settore giovanile grigiorosso e poi passato alla Juventus, tornato al centro Arvedi in prestito nella stagione 2021-2022 culminata con la promozione della Cremonese in Serie A, dallo scorso campionato milita nella prima squadra bianconera. Alla corte di Allegri ha trovato molto spazio nella passata stagione salvo finire con un infortunio. Su di lui aveva rilasciato dichiarazioni, criticatissime, l’ormai ex re del gossip Fabrizio Corona, denunciando una grave dipendenza di Fagioli dal gioco d’azzardo. La vicenda ora assume dimensione legale, con la Procura di Torino ad indagare. Le scommesse su piattaforme illegali sono vietate dall’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva.

Il gioco d’azzardo non è un reato ma è proibito se fatto con allibratori non autorizzati dallo Stato italiano. Discorso diverso invece per i soggetti dell’ordinamento federale, i dirigenti, i soci e i tesserati delle società appartenenti al settore professionistico. A loro è sempre fatto divieto “di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della FIfa e della Uefa”.

L’indagine della Procura di Torino – come riportato dal quotidiano La Stampa – fa capo al pubblico ministero Manuela Pedrotta. Partita mesi fa, coinvolge anche la Procura della Figc. Sarebbero stati gli stessi avvocati del giocatore juventino ad inviare la segnalazione alla Figc lo scorso 30 agosto.

Adesso servirà accertare se Fagioli abbia davvero fatto scommesse su piattaforme illegali e su cosa abbia eventualmente puntato. Il rischio di pena va dall’inibizione ai tre anni di squalifica, oltre ad una multa di almeno 25mila euro.

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