Israele, Pezzoni: Comunità
internazionale ha le sue colpe
Sulla crisi Israele – Palestina abbiamo sentito Marco Pezzoni, che come membro della Commissione esteri della Camera dei Deputati, nell’arco di un decennio, tra 1992 e 2001 più volte partecipò alle missioni ufficiali del Parlamento incontrando vari governi israeliani, l’Autorità nazionale palestinese e lo stesso Arafat.
“Allora – afferma – si pensava davvero che si potesse arrivare a una pace condivisa tra palestinesi e israeliani e si raggiunsero gli accordi per un passaggio di poteri all’Autorità nazionale palestinese che poi avrebbe dovuto tenere le consultazioni.
C’era un mondo che credeva ancora che i due Stati avrebbero potuto convivere in amicizia.
La mia opinione è che la questione israelo-palestinese è stata la madre di tutti i successivi conflitti irrisolti a livello mondiale, e sta a dimostrare che i popoli devono avere la possibilità di autodeterminarsi. Occorre capire che bisona riconoscere, a livello mondiale, il primato del diritto internazionale, invece in questi 20 anni la competizione economica ha preso il sopravvento mettendo gli Stati l’uno contro l’altro”.
Una grossa parte di responsabilità la stanno avendo gli Stati Uniti, intenzionati a riprendersi il ruolo guida nell’establishment internazionale, ma – complice anche l’indebolimento dell’Onu, “altri ne hanno approfittato, come la Russia: ricordiamoci la sua ingerenza in Siria e il fatto che con Putin si stia ricostruendo il vecchio disegno imperiale e stia pensando di riprendere il controllo sui Paesi che aveva perduto dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica”.
L’Ucraina è vittima di questo disegno complessivo, “il mondo si sta spaccando in due e purtroppo – continua Pezzoni – dobbiamo avere l’onestà intellettuale di dire che nell’arco degli ultimi 25 anni il mondo si sta disunendo perchè si torna a dare più forza al primato della potenza, della tecnologia e degli eserciti rispetto al diritto internazionale e questo rigerarchizza il mondo. I popoli e le minoranze sono alla mercé di tutto questo”.
E anche senza guardare all’Africa, continente dove queste dinamiche stanno creando ulteriori elementi di instabilità, “ecco perchè era importante risolvere la questione israelo palestinese, perchè lì si giocava il rispetto dell’indipendenza di Israele e allo stesso tempo la possibilità del popolo palestinese di avere un proprio Stato e di autogovernarsi”.
Detto questo, l’attacco terrop”non è accettabile in alcun modo, non si può dire che perchè esiste la violenza organizzata di Israele che non rispetta le risoluzioni dell’Onu, allora si può giustificare il terrorismo e il massacro degli innocenti. Questo non far altro che rispondere a una guerra con altra guerra ci fa tornare alla vecchia logica che non vi sia un’alternativa, rappresentata invece dalla pace”.
“Gaza – è l’amara conclusione – è un grande lager a cielo aperto ed è ostaggio di Israele. Ma facciamo attenzione: c’è anche una responsabilità della comunità internazionale perchè non siamo riusciti in 25 anni a fare un processo di pace. Oggi lamentarsi è troppo poco, bisognerebbe far fermare le armi e far convivere i due popoli in due Stati altrimenti questa catena di violenza e di guerra non sarà mai finita”.
Giovanni Palisto – Giuliana Biagi