Famiglia e lavoro: i papà
e il cambiamento culturale
Per Gabriele, scoprire di diventare padre “è stato uno shock”, come le notizie che in un attimo sanno sconvolgerti la vita. Davide quasi non ci credeva, e custodisce quel ricordo nel cuore “come fosse una fotografia”. Giuseppe racconta una “gioia improvvisa”, che cresce nel tempo come i suoi due bambini. L’esperienza di tre papà ben riassume la sfida di diventare genitore e affrontare il cambiamento che l’arrivo di un figlio comporta. Come conciliare lavoro e famiglia? Come cambierà l’equilibrio della coppia? Come posso chiedere permessi e congedi parentali? Se ne è parlato venerdì 6 ottobre a Spazio Comune, nell’ambito della tavola rotonda “A casa con papà”, organizzata dall’Asst di Cremona in collaborazione con Ats Val Padana e con il patrocinio del Comune di Cremona.
Organizzato nell’ambito della Settimana Mondiale dell’Allattamento materno, l’incontro – moderato da Stefania Mattioli (responsabile Comunicazione e Relazioni esterne Asst di Cremona), Fabio Santini (educatore professionale sanitario Consultorio Cremona), Sylvie Fanti (neomamma e ostetrica Ospedale di Cremona), Fabio Pertusi (psicologo ATS Val Padana) e Giuseppe Ravelli (papà e psicologo del lavoro).
Dal confronto è emersa la necessità di un profondo cambiamento culturale, che parte dalla ridefinizione dei ruoli per costruire un nuovo equilibrio tra i partner, entrambi protagonisti della crescita del proprio bambino. Un percorso che parte dall’inclusione dei papà – fin dalla gravidanza della compagna – incoraggiata sia tra le mura di casa sia nei contesti di cura. L’allattamento non fa eccezione, soprattutto se la donna deve rientrare al lavoro. «Per molte mamme – ha spiegato Sylvie Fanti – questo passaggio coincide con il primo vero distacco dal proprio bambino. Le preoccupazioni non mancano, così come le soluzioni per agevolare questa fase: la mamma deve poter contare sul sostegno del proprio partner, della rete familiare e dell’ambiente professionale. Chiedere aiuto è importante, così come sapere di non essere sole».
ACCOMPAGNARE I GENITORI VERSO UN CAMBIAMENTO CULTURALE
Questo cambiamento di prospettiva interessa anche i luoghi di salute e cura: l’Asst di Cremona promuove e incoraggia questo cambiamento culturale, a partire dai servizi offerti nell’ambito del percorso nascita. Al Consultorio di Cremona, il corso di accompagnamento alla nascita coinvolge sia le mamme sia i papà, cui sono dedicati due tra gli otto incontri previsti. «La creazione di gruppi di condivisione e sensibilizzazione rivolti ad entrambi i genitori – spiega la responsabile Enrica Ronca – punta a ridefinire la cultura della genitorialità, per superare i paradigmi di genere attraverso la partecipazione e il rispetto verso il partner».
Lo scopo è rendere i padri più consapevoli del proprio ruolo, coinvolgendoli dall’inizio della gravidanza del partner fino ai primi mille giorni del bambino. Affiancati da operatori qualificati e pronti a rispondere alle loro domande, i partecipanti possono, affrontare le paure e i dubbi che caratterizzano questo delicato momento. «Lo spazio che offriamo – aggiunge Fabio Santini, educatore professionale sanitario e referente dei gruppi d’incontro per papà – permette loro di sentirsi liberi di esprimersi ed entrare in contatto con la propria sfera emotiva e relazionale, trovando un punto di confronto con gli altri partecipanti».
Il progetto è sviluppato dall’Asst di Cremona in collaborazione con Ats Val Padana, Comune di Cremona, Comune di Casalmaggiore, Consorzio Casalasco Servizi Sociali, consultorio UCIPEM, Cosper, le cooperative “Il Cerchio, “Gulliver” e “Il Cortile”, Le Tate Srl.
L’ESPERIENZA DI TRE PAPÀ
GABRIELE: “SAPERE CHE NON SEI SOLO È UN GRANDE AIUTO”
«Vedere il mio bambino per la prima volta sarà un momento unico…L’immaginazione corre, ma ho deciso di vivermi l’effetto “wow” e godermi il momento». Gabriele Montano, 44 anni è designer di formazione e presto realizzerà il desiderio di diventare papà. «In questo percorso fatto di tante domande, tante incognite, avere certezze e rassicurazioni è molto importante», afferma. Per questo ha scelto di partecipare al corso di accompagnamento alla nascita, al Consultorio di Cremona. Incontrare altri papà gli ha offerto la possibilità di aprirsi e confrontarsi su temi familiari delicati, «cose che magari con la propria compagna si fatica a trattare, e scoprire che problemi e gioie accomunano tutti gli uomini che compiono questo percorso. Si chiude un’epoca e ne inizia una nuova, con nuovi equilibri: sapere di non essere solo è un grande aiuto». Per Gabriele, diventare padre significa fare i conti con l’idea che ha di sé e con i valori che vorrebbe trasmettere al proprio piccolo: «Il padre deve essere quella persona che ti dà le ali per volare ma anche solide radici per tornare».
GIUSEPPE: “HO SCOPERTO LATI DI ME CHE NON CONOSCEVO”
Giuseppe Ravelli, 47 anni, è psicologo del lavoro e padre di due bambini di 4 e 2 anni. «Sapere del loro arrivo è stata una gioia improvvisa, una sensazione unica», che matura con il tempo e con l’arrivo del secondo figlio. Per lui essere padre «è una scoperta nuova ogni giorno: relazionarsi con questi piccoli uomini è sempre stimolante, ma a volte difficile. Ho scoperto lati di me che non conoscevo, come la pazienza! – ride – Ma cerco sempre di ricordarmi che “il lavoro dei bambini è fare i bambini”». Durante gli incontri frequentati in Consultorio, Giuseppe ha imparato ad osservare i problemi da un punto di vista diverso: attraverso il confronto con gli operatori e gli altri papà, ha trovato nuovi modi per affrontare meglio la quotidianità. «Ognuno pensa sempre di essere da solo – afferma – ma non è così: questo corso è fatto apposta per i papà. È una cosa molto rara e un’occasione da cogliere, per vedere le cose in una nuova prospettiva, è un modo per crescere e capire dove migliorare”. Come sottolinea, «fare il padre è diverso da essere un papà. Per il figlio deve essere un amico, ma soprattutto una persona in grado di guidarlo, senza dimenticarsi di giocare con lui. Il tempo che passi con i tuoi figli è tutto ciò che conta».
DAVIDE: “HO IMPARATO A PRENDERMI CURA DI MIA FIGLIA E DI MIA MOGLIE”
«Davide vieni qua! È positivo, è positivo! Mia moglie mi ha chiamato così, mentre stavo dormendo, per dirmi che sarei diventato padre». A qualche settimana di distanza dalla nascita della sua bambina, Davide Corradini (33 anni) ripercorre i primi momenti dell’attesa, vissuta con gioia e complicità. «In un primo momento io e mia moglie facevamo a gara tra le pance – racconta – L’abbiamo vissuta in modo sereno, aiutati dagli operatori del Consultorio. Oltre a darci consigli utili per prepararci alla nascita, ci hanno spiegato come sarebbe avvenuto il parto, che fino a quel momento avevo visto solo al cinema! Partecipare è stata una sensazione indescrivibile, indimenticabile…Ho ancora tutto in mente, stampato come una fotografia». Anche per lui, gli incontri seguiti al Consultorio di Cremona sono stati l’occasione per condividere le emozioni provate nei momenti più importanti e le consapevolezze apprese prima e dopo la nascita. «Ho imparato a riconoscere e comprendere i momenti di tristezza di mia moglie- spiega – ho imparato ad essere più comprensivo, a fare in modo che non si senta abandonata. Ogni mamma necessita di tanto aiuto anche da parte del compagno». Per farlo, Davide cerca di condividere la cura della bambina: ama trascorrere tempo con lei, «mentre la mamma può riposare e prendersi cura di sé stessa».