Cronaca

Peste suina, Piloni: "Regione
indietro su Piano nazionale"

“Il primo ottobre è scattato il piano nazionale definito dal commissario straordinario per affrontare l’emergenza della peste suina, ma in Lombardia non ce ne siamo ancora accorti”: a lanciare l’allarme è Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd e segretario della commissione Agricoltura. “È per questo che abbiamo appena presentato in aula consiliare una mozione urgente per impegnare la giunta regionale, già in estremo ritardo, ad attivarsi subito e concretamente per arginare quanto più possibile il grave rischio che sta correndo un’intera filiera e che provocherebbe un effetto domino disastroso”.

“Siamo ancora troppo indietro – attacca Piloni – dopo la mozione approvata all’unanimità a luglio che cosa è stato fatto? Dove sono i GOT? Il piano nazionale del commissario straordinario prevede, solo in Lombardia, l’istituzione di nove Gruppi operativi territoriali, che devono essere costituiti da almeno 20 operatori qualificati e che rappresentano il fulcro di tutta l’operazione, dal momento che devono coordinare i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali e definire le misure di contenimento più efficaci contro la Psa”.

“La situazione sta aggravandosi ogni giorno di più e ogni ritardo rischia solo di facilitare l’estendersi dell’epidemia – prosegue il consigliere dem – basti pensare che dallo scorso 22 giugno, nonostante l’abbattimento preventivo di quasi 34mila maiali, si contano, solo nell’ultima settimana, ben nove focolai scoperti nella nostra regione”.

“Non bastano più le parole – conclude Piloni, illustrando il dispositivo della mozione – adesso è necessario che Regione Lombardia si impegni al più presto a: istituire i Gruppi operativi territoriali; stilare un protocollo per la gestione dei reflui zootecnici e dei liquami e a fornire altre indicazioni chiare per la gestione in sicurezza degli allevamenti; individuare un sito di macellazione unico a livello regionale; interloquire con il Governo per la gestione delle carni macellate in provincia di Pavia; prevedere un indennizzo per i danni indiretti agli allevatori; monitorare, attraverso le ATS, la disinfestazione dei capannoni utilizzati per l’abbattimento dei capi; incrementare la biosicurezza degli allevamenti; estendere il bando per le recinzioni a tutti gli allevamenti e non solo a quelli situati nelle zone rosse; accreditare altri istituti zooprofilattici in Lombardia all’analisi delle milze prelevate oltre ai laboratori di Brescia; aggiornare costantemente, coinvolgendo l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, un documento di valutazione dei rischi che tracci uno scenario ipotetico della diffusione della peste suina e trasmetterlo tempestivamente alle associazioni di categoria e agli operatori del settore coinvolti”.

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