Cronaca

Tumori, trend stabile: all'ospedale
di Cremona 1000 pazienti ogni anno

Il dottor Brighenti e la sua equipe

L’incidenza dei tumori in Italia è in continuo aumento, secondo diversi osservatori nazionali. E’ qualcosa di cui preoccuparsi? Lo abbiamo chiesto al dottor Matteo Brighenti, direttore dell’Oncologia dell’Ospedale di Cremona.”Nel 2022 in Italia le diagnosi di tumore sono state circa 390.000 le nuove diagnosi di tutti i tumori (esclusi i tumori della cute non melanoma) e in termine assoluti si conferma un aumento del numero dei casi, cresciuti dell’1,4% circa per gli uomini e dello 0,7% per le donne rispetto al 2020″ sottolinea il primario. “Tuttavia, emerge anche che tale incremento è in gran parte legato all’invecchiamento della popolazione. Quando Infatti consideriamo il tasso di incidenza aggiustato per l’ età, per la maggior parte dei tumori i tassi di incidenza sono stabili o in lieve calo. Fanno eccezione il melanoma e i tumori del pancreas che sono in aumento in entrambi i sessi. Tra le donne, continua ad aumentare il tumore al polmone: un fenomeno in gran parte legato al fumo. Aumentano anche i tumori della mammella, prevalentemente per la maggior diffusione dello screening sul territorio nazionale”.

Per Cremona non vi sono però dati aggiornati: “I tassi di incidenza di Ats Val Padana sono aggiornati al 2018. Si evidenzia, per quell’anno, un Trend di incidenza e mortalità in diminuzione negli uomini e di incidenza stabile e mortalità in lieve diminuzione nella donna” spiega Brighenti. In ogni caso, anche in ospedale il dato è stabile: “vengono prese in carico ogni anno circa mille persone malate di tumore. 

Sempre secondo i dati, nelle donne i tumori più frequenti sono quelli alla mammella, al colon-retto e al polmone, mentre negli uomini, nell’ordine, prostata, polmone e colon-retto”.

La pandemia ha ritardato le diagnosi degli ultimi anni, ma fortunatamente ora le cose sono migliorate. A fotografare la situazione è sempre Brighenti, secondo cui “quello che emerge dalle recente indagini eseguite da Aiom è come la pandemia di Covid-19 abbia determinato nel 2020, un calo delle nuove diagnosi, in parte legato all’interruzione degli screening oncologici, in parte al rallentamento delle attività diagnostiche. Questo purtroppo ha determinato per molte sedi tumorali un incremento delle forme avanzate della malattia”.

Di fatto, la pandemia in Italia ha causato un aumento della mortalità dei pazienti oncologici, soprattutto nei maschi, in età avanzata e con tumore diagnosticato da meno di 2 anni e nei tumori ematologici. “Ma per fortuna, nel 2023 le cose sono finalmente tornate alla normalità, dal punto di vista della diagnosi e della prevenzione primaria e non, portando avanti campagne per la riduzione del fumo e dell’alcol, nonché per l’aumento attivita fisica e la reintroduzione del vaccino contro il papilloma virus” sottolinea il medico.

Fondamentale, resta però l’innovazione terapeutica: “Negli ultimi quindici anni, si è passato da 2 milioni e mezzo di cittadini italiani con una pregressa diagnosi di tumore a circa 3,6 milioni nel 2020, pari al 5,7% della popolazione italiana” sottolinea Brighenti. A fronte di questo, tuttavia, “la mortalità per tumore a livello mondiale è calata del 33% negli ultimi 30 anni (Cancer Statistics 2023- CA Cancer J Clin 2023)”.

Questo trend “rispecchia il miglioramento nei programmi di diagnosi precoce ma anche i miglioramenti ottenuti nelle terapie” spiega ancora. “A questo proposito sicuramente i miglioramenti sono dovuti all’ utilizzo ormai molto diffuso dell’immunoterapia, che ha aumentato e migliorato la sopravvivenza a lungo termine e la qualità della vita nei pazienti con diversi tumori solidi, portando in alcuni casi alla cronicizzazione della malattia. Fondamentali anche le terapie personalizzate, sulla base delle alterazioni molecolari del singolo tumore, ossia mirate a combattere la specifica mutazione riscontrata in quella specifica malattia”. 

Non ultimo, fondamentale l’apporto della ricerca. A questo proposito, aall’ospedale di cremona sono attivi diversi protocolli multicentrici. Ad esempio, l’immunoterapia che prima veniva fatta solo nella forma avanzata, ora si fa anche nei tumori operabili, in modo da aumentare l’efficacia della chirurgia. A breve, inoltre, attiveremo dei protocolli per il tumore polmonare che prevede la combinazione di due immunoterapie e della chemioterapia nella fase pre-operatoria. E ancora, nella neoplasia dell’esofago stiamo portando avanti uno studio che unisce a chemioterapia e radioterapia, anche l’immunoterapia. Inoltre, si va verso la profilazione molecolare anche per le malattie operabili. In ambito urinario, invece, si sta lavorando con una nuova classe di farmaci, gli anticorpi farmaco-coniugato, che sono piu specifici. Infine c’è uno studio in corso di approvazione, promosso dai reparti di Oncologia e di Chirurgia, che si chiama nutri-menti e che è diretto a pazienti con neoplasia gastro-intestinale operabile. Verrà valutata la fattibilita di un intervento di tipo nutrizionale e riabilitativo, che prevede un apporto nutrizionale mirato e una riabilitazione fisica” conclude Brighenti.

Laura Bosio

 

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